Mi 4,1-4; Sal 95; 1Cor 1,1-10; Mt 2,19-23
Ebbe paura di andarvi. Mt 2,22
Fuggire di fronte a un pericolo non sempre è vergognoso: è discernimento, se si intravedono pericoli. A volte è anche un atto di coraggio e di umiltà. Così capita a Giuseppe che non obbedisce fino in fondo all’angelo che gli dice di tornare in Giudea. Dopo avere raccolto le sue informazioni ha paura, non tanto per sé, ma per il Bambino e sua madre. L’angelo dovrà apparirgli una seconda volta indicandogli la nuova meta della Galilea. Qui si riconosce un ulteriore aspetto del suo giusto timore: Giuseppe sa di avere una grande responsabilità nei confronti di Gesù e di Maria. Per questo compie le sue scelte con estrema saggezza, senza farsi prendere dal panico. Da lui possiamo imparare a dare un nome alle nostre paure, certi che così svaniranno subito, e che un angelo potrà suggerirci la strada migliore. Un buon esercizio anche per aiutare altri, vittime delle proprie emozioni: anche noi diventeremo angeli!
Preghiamo
Solo per oggi, crederò fermamente,
nonostante le apparenze,
che la provvidenza di Dio si occupa di me,
come se nessun altro esistesse al mondo.
Solo per oggi, non avrò timori.
In modo particolare non avrò paura di godere
di ciò che è bello e di credere alla bontà.
Giovanni XXIII