1Gv 1,1-10; Sal 96; Rm 10,8c-15; Gv 21,19c-24
Colui che nella cena si era chinato sul suo petto. Gv 21,20
A tutti, forse, sarebbe piaciuto reclinarsi sul petto del maestro, farsi “cullare” da Gesù come un bambino che si sente amato e protetto: appoggiarsi al suo cuore per poterne cogliere i segreti più intimi, movimenti d’amore che conducono al Padre. Oggi la liturgia si sofferma sulla figura dell’autore del quarto Vangelo: la tradizione lo indica in Giovanni, il prediletto di Gesù, che siamo chiamati a imitare. Solo se ci identifichiamo col discepolo amato possiamo iniziare a cogliere la rivelazione contenuta nella Parola. Chiediamo la disponibilità del discepolo che Gesù amava nel porci alla sequela, senza paura. Chiediamo la forza di poter testimoniare quello che abbiamo udito e veduto, senza paura. Chiediamo la grazia di rimanere in intimità con Lui per essere consolati, senza paura. Il Dio con noi ascolti le nostre preghiere e prolunghi la gioia di questi giorni in cui contempliamo il piccolo di Betlemme.
Preghiamo
Gesù, tu sei il solo e vero amico.
Tu prendi parte alle mie pene, te le addossi,
possiedi il segreto di volgermele in bene.
Tu mi ascolti con bontà,
quando ti racconto le mie afflizioni
e non manchi mai di addolcirle.
Claude de la Colombière