Rut 4,8-22; Sal 77; Est 9,1.20-32; Lc 2,1-5
Un periodo di giorni festivi, di nozze ed esultanza, in cui si inviano doni agli amici e ai poveri. Est 9,22
Con queste parole di gioia e letizia ci prepariamo solennemente a entrare nelle feste del Natale. Il Libro di Ester – che si avvia alla felice conclusione – ci suggerisce come: la felicità è così grande che deve prolungarsi per più giorni ed è da condividere con altri. Per essere tale, infatti, non basta solo la propria famiglia: la gioia si estende agli amici e ai poveri. A loro si fanno doni, proprio come la nostra tradizione cristiana ci ha abituato nei secoli! La festa è celebrazione della grande opera di Dio, non di un evento del passato: è liturgia che avviene nel presente. Dio, che ha trasformato il pianto in gioia, è di esempio per l’uomo chiamato a rivolgersi ai fratelli, aiutando e sostenendo chi è più nel bisogno. È questa la verità di ogni festa: essere come Dio che toglie dal lutto della miseria e della povertà. Celebriamo bene, allora, questo Natale: continuiamo l’opera di salvezza di Dio!
Preghiamo
Il tuo Natale è il mio natale.
Nella gioia di questo nascere,
nello stupore di poterti amare,
nel dono immenso di vivere insieme,
io accetto, io voglio, io chiedo
che anche per me, Signore,
sia subito Pasqua.
Luigi Serenthà