Ez 36,16.22a.29-38; Sal 105; Os 6,1-6; Mt 21,33-46
Ho ricostruito ciò che era distrutto e coltivato di nuovo la terra che era un deserto. Ez 36,36b
Israele ha distrutto; il Signore riedifica. Il nome profanato è reso ancora santo. Il Signore agisce non tanto per riguardo al popolo, ma per preservare il suo stato. La terra desertificata diverrà di nuovo un ricco e fecondo giardino. L’impegno di Dio per l’uomo continua: è giuramento eterno a cui il Signore non viene meno. Per questo motivo compie due cose per l’uomo: lo purifica dai suoi peccati e gli fa dono della terra, così preziosa per ogni ebreo. A noi, in questo tempo di preparazione al Natale, rimane la certezza che non ci sono deserti che il Signore non possa trasformare. La nostra storia, la nostra terra, è sempre trasformata dal suo amore. Bellissima l’immagine del giardino rifiorito: ricorda non solo il giardino dell’Eden in cui il Signore aveva pensato l’uomo nel progetto originario, ma anche il luogo scelto dal Risorto per incontrare la Maddalena: già si sente profumo di Pasqua.
Preghiamo
Altissimo, onnipotente, buon Signore
tue sono le lodi, la gloria e l’onore
e ogni benedizione.
Laudato sii, o mio Signore, per nostra Madre Terra,
la quale ci sostenta e governa e
produce diversi frutti con coloriti fiori ed erba.
Francesco d’Assisi