Ez 13,1-10; Sal 5; Sof 3,9-13; Mt 17,10-13
Ingannano infatti il mio popolo dicendo: «Pace!», e la pace non c’è; mentre il popolo costruisce un muro, ecco, essi lo intonacano di fango. Ez 13,10
Ezechiele è chiamato a riferire la Parola rivolta da Dio ai cattivi profeti d’Israele, oracoli che agiscono secondo i propri desideri. A loro, va il suo vaticinio di “guai”, minaccia indirizzata a chi trasmette falsi messaggi dall’alto e di cui saranno responsabili… Il rischio è che il popolo, costernato da fatiche e disagi, si illuda con facili promesse e venga ingannato con un patto di pace che non ci sarà. La gente costruisce un muro fragile: pietre senza impasto adeguato, intonaco di fango senza calce. Come con la prima pioggia il muro si sgretolerà, così il popolo perderà la stabilità diventando inesorabilmente fragile. Chiediamoci, in verità, se abbiamo scelto di seguire profeti sbagliati e ci siamo fatti ingannare da giuramenti che si sono rivelati inconsistenti. Domandiamoci quando, senza alcuna resistenza, abbiamo fatto sgretolare i muri che ci siamo costruiti e abbiamo ricercato una pace ipocrita.
Preghiamo
Ti sia gradito,
Signore Dio nostro e Dio dei nostri padri,
Signore della pace, re cui la pace appartiene,
di porre pace nel tuo popolo.
E non ci siano più né gelosie, né rivalità
né motivo di discordia tra gli uomini.
Nachman di Breslavia