Il racconto di un’esperienza innovativa. Un manuale di «istruzioni» per ripeterla. Lo spunto per una riflessione pastorale e teologica sulla Chiesa in uscita. Tutto questo è Essere Chiesa di frontiera, il volume appena uscito per Centro ambrosiano (vedi il box sotto) che racconta l’avventura del progetto «Parrocchie e periferie», nato in Diocesi nel 2018.
Ne parliamo con Matteo Zappa, responsabile dell’Area minori di Caritas ambrosiana, uno dei protagonisti dell’esperienza: «“Parrocchie e Periferie” nasce da un tavolo di confronto che alcuni parroci di Milano avevano chiesto al vicario della città e che ha coinvolto anche Caritas e Fom. Le parrocchie hanno portato la loro fatica a stare nei contesti periferici, una serie di bisogni della popolazione e anche una certa difficoltà nel trovare le energie e i volontari per rispondere a queste esigenze. Di fatto, una richiesta di sostegno alla Diocesi. Il focus principale è stato sui ragazzi e sulle famiglie».
Per una Chiesa in uscita
Dal tavolo di confronto, che Zappa definisce «molto costruttivo», all’azione: «Circa tre anni fa Caritas e Fom hanno inviato in alcune parrocchie “pilota” una coppia di educatori professionali che potessero affiancare le comunità per rileggere alcune dinamiche sociali, immaginare percorsi di risposta nuovi, accompagnare i volontari, inventarsi modalità innovative per stare accanto ai ragazzi. Il tutto nella logica di una Chiesa in uscita: come far nascere una pastorale diversa in questi contesti? Perché rispondere ai bisogni va bene, ma il punto è anche immaginare modi nuovi di fare pastorale».
L’esperienza ha coinvolto i quartieri di Baggio, Calvairate, Corvetto e Quarto Oggiaro: gli otto educatori inviati sono stati coinvolti anche in una équipe di verifica, insieme ai responsabili Caritas e Fom, ai parroci e ai volontari: «L’équipe ha riletto l’esperienza per poter offrire alcune riflessioni alla Diocesi – spiega ancora Zappa -. Uno spazio di rielaborazione importante, che poi ha dato vita al libro. Lo specifico del volume è recuperare l’esperienza concreta, perché sia esemplare, ma anche le riflessioni in materia di pastorale che sono emerse cammin facendo».
I temi che escono con maggior forza sono questi, secondo Zappa: «Quello della Chiesa in uscita, o di frontiera, come ama chiamarla l’Arcivescovo. Bisogna abitare questi luoghi complessi con tensione verso il territorio, verso le persone, andando a incontrare la comunità nei suoi luoghi di vita. Un movimento inverso rispetto a quello più tradizionale, delle persone che vanno in chiesa. Altro punto è investire sulla partecipazione, rivitalizzare le parrocchie puntando sui progetti in grado di coinvolgere le persone che non frequentano assiduamente, ma che di fronte a proposte concrete si avvicinano e diventano una risorsa. Poi l’importanza di stare in rete con le associazioni del territorio, che hanno sempre risposto positivamente all’idea di collaborare. Infine, l’importanza del tema educativo oggi. Emerge la fatica delle famiglie in certi contesti e di conseguenza l’importanza di investire tanto in questo ambito con iniziative innovative. Per questo la presenza di educatori professionali è stata così preziosa».
Ora nell’hinterland
Nel volume non c’è solo un’attenzione pastorale, ma anche teologica, aggiunge Zappa: «Lo scorso autunno c’è stato un incontro di restituzione con l’arcivescovo Delpini, che ha fortemente voluto e sostenuto tutto il progetto. Abbiamo dato voce sia agli operatori che ai parroci coinvolti e ci siamo fatti aiutare nella riflessione da don Mattia Colombo, docente di Teologia pastorale in Seminario, che ha provato anche a recuperare alcuni elementi teologici che ben si sposano con il progetto che stiamo realizzando». Un orizzonte più ampio a cui viene dato spazio anche nel volume, che riporta una parte firmata proprio da don Colombo.
Il testo riporta anche le filiazioni del progetto: «Alla luce dell’esperienza milanese, due anni fa sono partiti progetti analoghi in altri Comuni della città metropolitana: Rozzano, Pioltello, Cinisello, Baranzate e in seguito anche Limbiate». E altre esperienze stanno nascendo proprio in questo inizio di anno pastorale nei quartieri di Gratosoglio e Turro.