«Siamo grati all’Arcivescovo che ha dedicato un capitolo denso della sua Proposta pastorale a noi, “popolo dei nonni”». Così Marco Astuti, coordinatore della Commissione diocesana per la pastorale dei nonni, che, ci spiega, «è composta da una decina di persone che rappresentano i movimenti ecclesiali che si prendono cura degli anziani e in particolare dei nonni: dal Movimento Terza Età ai focolarini, dai nonni 2.0 all’Équipe Notre Dame».
Le parole dell’Arcivescovo nella Proposta pastorale, prosegue Astuti, «sono segno di un’attenzione pastorale che ha trovato grande nutrimento nelle tre serate svoltesi nell’autunno scorso dal titolo “Essere nonni: una dimensione tutta da scoprire”, a cui hanno partecipato oltre 1500 nonni. Dopo quelle tre serate si sono formati spontaneamente alcuni gruppi di nonni all’interno di diverse parrocchie della diocesi». Un cammino culminato con il pellegrinaggio diocesano dei nonni a Mesero, lo scorso giugno (leggi qui), durante il quale, spiega ancora Astuti, «abbiamo annunciato il filo conduttore della pastorale dei nonni 2023-2024: “La spiritualità dei nonni a servizio dei dialogo tra generazioni”».
Dove è “spiritualità” che fa la differenza: «Rimarchiamo che non si parla di nonni genericamente in relazione alle altre generazioni, ma poniamo l’accento sulla spiritualità. Nella nostra esperienza vediamo che è propri da lì che sgorga un modo nuovo e fecondo di vivere le relazioni all’interno della famiglia». Infatti, fa notare Astuti, «sebbene sia importante per i nonni avere qualcosa che li tenga impegnati, come andare a rendere i nipoti a scuola, questo non soddisfa la sete di vivere intensamente che c’è sempre di più tra i nonni, che sempre più spesso sono in forza e in salute. Quindi è molto importante offrire agli anziani contenuti e stimoli per la riflessione».
Riguardo invece al dialogo tra generazioni, Astuti commenta: «Uno dei bisogni degli anziani oggi è avere una buona relazione con i figli. Perché con i nipoti, soprattutto se piccoli, di solito è più facile instaurare un legame positivo. Più difficile con i figli, con i quali si può scatenare una sorta di rivalità. Si può cadere in due errori opposti: nonni che tendano a voler fare i genitori, e questo evidentemente è sbagliato, oppure figli che delegano in toto i compiti educativi ai nonni. La Commissione nelle sue proposte cerca di sottolineare che il ruolo educativo dei nonni deve essere diverso».
Quali i compiti dei nonni verso figli e nipoti? «L’Arcivescovo spesso lo ricorda – risponde Astuti -, i nonni hanno nei confronti della vita un atteggiamento più sereno e questo devono trasferirlo ai genitori, che sono più preoccupati e ansiosi di far imparare delle cose ai figli. I nonni hanno il compito di trasmettere dei valori. I nonni sono i custodi, per esempio, della storia e della memoria della famiglia. Questo è importantissimo: avere un senso della famiglia che si àncora nel passato e si proietta nel futuro».
I nonni sono spesso anche veicolo di trasmissione della fede: «Da un questionario che abbiamo diffuso in diocesi è emerso che la maggioranza dei genitori delega ai nonni la trasmissione della fede, e questo evidentemente è sbagliato, perché sarebbe bene che i bambini vedessero modi diversi di vivere la fede, quella dei nonni e quella dei genitori. Spesso i bambini sorprendono i nonni con il rosario in mano e chiedono perché mamma e papà non lo dicono: è un’occasione preziosa per far capire che ogni età ha modi diversi di vivere la fede».