anticipazione da Il Segno di novembre
Spesso prima che le idee trovino la loro realizzazione deve passare del tempo. Dopo averle discusse, soppesate, chiedono quello spazio della condivisione, che le arricchiscano e le rendano attrattive. Così il progetto, dal titolo significativo «Artigiani di sogni. Due giorni, dieci incontri, una comunità», costruito dalle diverse case editrici cattoliche su Milano, con la partecipazione e il coordinamento della Diocesi ambrosiana, ha trovato felicemente casa, per la prima volta, nell’evento di Bookcity Milano 2023, collocandosi nel filone tematico «Filosofia, psicologia e spiritualità».
I dieci incontri in programma sono finalizzati a tutti coloro che desiderano mettersi in ascolto e dialogo su questioni che riguardano la dimensione religiosa, ingrediente fondamentale della vita e della cultura odierna. Gli ospiti si alterneranno su diversi temi, quali l’integrazione, la pace, il dialogo, l’amicizia, la meditazione, la sacra scrittura, attraverso il confronto con grandi testimoni della fede e della storia, del presente e del passato.
Per questo ad aprire il percorso sarà proprio l’arcivescovo Mario Delpini che ospiterà giovedì 16 novembre alle 18.30, nella sala conferenze della Curia arcivescovile, il giornalista e scrittore Mario Calabresi per un confronto aperto, moderato da Catia Caramelli, sul tema del sogno. Un avvio del tutto singolare che speriamo sigli non solo la bontà del progetto, ma l’inizio di una vera e propria sinergia tra le diverse case editrici cattoliche che operano nel territorio.
Un esordio che già mira al Giubileo del 2025 come traguardo, allargando magari tempi, spazi e temi. Il tutto determinato da un’urgenza che ci chiama più che mai oggi a stare insieme. Quasi come una risposta a quel lavoro del Sinodo che sta coinvolgendo la Chiesa universale. La vita ricevuta in dono, come recita la Proposta pastorale dello stesso Arcivescovo per quest’anno, chiede di essere spesa nel miglior modo possibile, soprattutto di non essere in qualche modo “trattenuta”, perché non si risulti, come minimo, ingrati o egoisti. Sognare insieme una società più giusta, capace di vivere relazioni costruttive volte al bene comune diventa non solo un invito o un esercizio virtuoso, ma una possibilità concreta per avviare processi o cammini che rispondano a quella vocazione ad amare che tutti accomuna.