L’evento “Le vittime civili di guerra e l’opera di don Carlo Gnocchi: la storia continua” – in programma il 20 ottobre, alle ore 15, nella Sala Alessi di Palazzo Marino a Milano – farà
da introduzione e cornice alla firma del gemellaggio tra l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e la Fondazione Don Gnocchi, due realtà le cui storie sono profondamente intrecciate, a partire dagli anni della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, con l’Italia pesantemente bombardata e decine di migliaia di vittime civili che ancora oggi portano sui propri corpi i segni della violenza e dell’odio con mutilazioni e disabilità.
In quegli anni don Gnocchi – già cappellano in Russia e miracolosamente sopravvissuto alla disperata ritirata con gli alpini della Tridentina – dà il via alla sua Opera di prossimità e assistenza accogliendo i primi orfani di guerra e i bambini mutilati, guadagnando sul campo il titolo meritorio di “padre dei mutilatini”.
In quegli stessi anni l’ANVCG si costituisce come punto di riferimento per la categoria e lavora per garantire diritti e tutele alla popolazione danneggiata dal conflitto.
Le due realtà hanno contribuito – in un percorso parallelo che più volte si è incontrato nella storia – a restituire dignità e speranza alle vittime civili di guerra del nostro Paese.
Molti mutilatini di don Gnocchi, infatti, una volta divenuti adulti sono entrati nelle fila dell’Associazione, restituendo così l’aiuto ricevuto alla collettività ed arrivando a ricoprire le cariche associative più prestigiose.
È stato un percorso lungo 80 anni, con tratti purtroppo di drammatica attualità negli scenari internazionali dei nostri giorni.
La Fondazione ha ampliato nel tempo il proprio raggio d’azione, accogliendo e prendendosi cura nei suoi Centri in Italia e nel mondo delle persone più fragili: bambini e ragazzi con disabilità, pazienti di ogni età che necessitano di riabilitazione, anziani non autosufficienti e malati in fase terminale.