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Sirio 18 - 24 novembre 2024
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Varese

Giovani in cammino con Maria, Stella del mattino

Preghiera, testimonianze vocazionali, racconti della Gmg e di altre esperienze estive: tutto questo ha animato il percorso tra il Seminario di Venegono e il Sacro Monte nella notte tra il 6 e il 7 ottobre

di Letizia GUALDONI

9 Ottobre 2023

Due mesi esatti dopo la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona (vedi qui lo speciale). E poco o più è passato anche per chi, in diverse zone del mondo, ha vissuto esperienze di servizio e missione.

Zaino in spalla e scarpe ai piedi, gli stessi sorrisi: questa volta l’appuntamento è stato per venerdì 6 ottobre, al Seminario arcivescovile di Venegono Inferiore. La Gmg è rimasta nel cuore, le realtà di missione incontrate hanno segnato. È una serata per rileggere queste esperienze, per comprendere insieme come quanto vissuto sta già mettendo in movimento la propria vita cristiana, come può dare nuovo slancio per scelte coraggiose. Così è stata ideata dal Servizio per i Giovani e l’Università guidato da don Marco Fusi, in collaborazione con il Seminario, «Stella del mattino».

Prima della partenza

«Siete pronti per camminare?», i seminaristi Stefano Magistrelli e Samuele Brance, dal palco, salutano i giovani che si accomodano a gruppi, adagiando, sul prato del Seminario, le cerate blu della Gmg, per la cena al sacco, per poi cantare e ballare coinvolti dalla musica delle band Why Note? di Tradate e Diorama del Pime, mentre scorrono le foto, i pensieri e i Reel realizzati dai giovani. 

Rigel, Betelgeuse, Cassiopea, fino alla Stella Polare. Nei giochi, nei confronti, nelle preghiere del percorso a stand segnalato dalle “Stelle”, quanto vissuto si fa colore, risata, condivisione, intuizione, e poi, dopo le parole scambiate con altri giovani, possibilità di trasformare una frase del Vangelo che si è sentita rivolta particolarmente in preghiera intensa, in adorazione dell’unica Stella polare delle nostre vite, l’Eucaristia.

La preghiera con il Rettore

«Cosa ci dice Maria nell’intraprendere questo cammino simbolico, questa notte?», il momento di preghiera è affidato alle parole del rettore del Seminario, don Enrico Castagna. Tre gli aspetti e gli orientamenti sottolineati: «Maria ci dice: abbi il coraggio, all’inizio di questo anno pastorale e di vita, di lasciare le tue comodità, di intraprendere un nuovo esodo, di uscire, di lasciare quegli idoli che ti tengono un po’ schiavo. Esci per andare verso le altezze di Dio. Mentre gli idoli promettono una felicità a basso prezzo, il Signore non ci inganna». Prima di intraprendere il percorso nella notte, che corrisponde al cammino della vita, don Enrico prosegue: «Questo cammino che ci propone è affascinante, ma è anche impegnativo. Si tratta di esercitarci giorno dopo giorno a fare spazio a Gesù, di ritenerlo una priorità nella nostra vita e così potremo sempre di nuovo sperimentare che siamo amati, e sentirci veramente liberi. Sali verso le altezze di Dio e contestualmente sali anche verso l’altezza del servizio ai fratelli. Come Maria è salita verso i monti di Giuda, verso Elisabetta, anche tu dirigiti verso il fratello o una qualche realtà ecclesiale, sociale che sei chiamato a servire. Partiamo sapendo che andiamo verso il sole che sorge che è Gesù, che sorge per illuminarci nelle nostre tenebre».

Una notte in cui restare “svegli”

Sul canto dell’Ave Maria, gilet catarifrangenti e pile in fronte, inizia il pellegrinaggio, portando il fuoco acceso e benedetto, nella festa della Madonna del Rosario, fino al Sacro Monte di Varese, in una notte intera in cui chiedere di “restare svegli” su ciò che conta veramente, uniti nella preghiera, per chiedere la pace e un mondo rinnovato dalla luce dell’amore. Sono le 23.30.

500 giovani, 8 ore di cammino, 25 km. A tratti solo il rumore dei passi, soprattutto nei punti più faticosi e in salita, un silenzio ricercato in altri momenti, per scrutare i propri desideri. Oltre agli esercizi proposti dal libretto che accompagna la meditazione della recita dei misteri gaudiosi del Rosario, a gruppi, anche tanti canti e nuove conoscenze e amicizie tra oratori diversi: nel tempo della notte c’è spazio per i ricordi e insieme per i sogni per il futuro.

Le tappe del cammino

Per rinfrancare corpo e spirito alcune tappe, la Collegiata a Castiglione Olona, l’Oratorio di Bizzozzero e la Chiesa Padre Kolbe a Varese, con testimonianze preziose di alcuni giovani che, con le loro scelte, affrontano il tema del discernimento vocazionale.

Alla Collegiata – dove intervenne il pittore fiorentino Masolino da Panicale, uno dei più grandi artisti a cavallo fra la fase gotica dell’arte e del primo Rinascimento – si ammirano – con le parole del giovane Nicola Ferrario – le cinque vele della volta che fanno da corona all’abside e che narrano la vita di Maria. In questo luogo di arte e fede, Sara Pieretti racconta che ha trovato un valido aiuto nel percorso del Gruppo Samuele: accompagnata da una guida spirituale, ha potuto compiere scelte importanti, per la sua quotidianità e per l’università e sentirsi accolta e amata da Dio, anche nei momenti più difficili. Mario Scucces spiega invece la sua esperienza con La Rosa dei 20, una proposta di vita comune della Pastorale giovanile diocesana affidata all’Azione cattolica ambrosiana, dove l’altro diviene aiuto a comprendere chi si è.

Discernimento e servizio

«Un desiderio rivolto verso tutto senza trovare un unico centro si perde»: il seminarista Pietro Ferrera, ora in terza teologia, descrive nella seconda tappa la sua storia, e il suo percorso di discernimento iniziato a partire dagli esercizi spirituali proposti dalla Pastorale giovanile, vissuti nel 2018 proprio al Sacro Monte di Varese, scoprendo «un’unità nello sguardo di Gesù» che lo ha portato a incamminarsi verso il celibato presbiterale diocesano. Sara Levanti è una giovane sposa (il matrimonio con Mauro lo scorso 9 settembre) che trasmette la gioia donata dall’incontro con il Signore, maturata con esperienze diverse, dalla Gmg di Cracovia del 2016 al percorso “Nati per amare”, fino alla scelta del matrimonio, coniugando il loro amore all’infinito, aprendolo agli altri e alla vita: «Siamo diventati coppia quando abbiamo riconosciuto l’uno nell’altra una fede condivisa».

Haiti sembra una realtà lontana, ma non nelle parole di Marta Aspesi, operatrice di Caritas Ambrosiana lì dove un anno fa è stata uccisa suor Luisa Dell’Orto, dove la povertà è dilagante, la violenza imperversa, e nell’ultima tappa lascia tanti spunti su cui riflettere.

Le parole dei Vescovi

Nella salita al Sacro Monte, che si rischiara velocemente, nell’alba splendida di sabato 7 ottobre, si uniscono anche i Vescovi ausiliari monsignor Giuseppe Vegezzi e monsignor Luca Raimondi. All’inizio della celebrazione, presso la quattordicesima Cappella, Vegezzi invita i giovani: «Nonostante la fatica (avete camminato tutta la notte), disponiamo il cuore a incontrare il Signore nella sua parola e nell’Eucaristia – concelebrata dal Vicario episcopale di Varese don Franco Gallivanone, dai sacerdoti presenti e animata dal coro Shekinah (mentre l’arcivescovo Mario Delpini sta partecipando al Sinodo dei Vescovi) – perché ancora una volta possa dirci parole nuove e darci il suo pane di vita». «Ci sentiamo in comunione – aggiunge – al nostro amico Luca Re Sartù (leggi qui) che dopo la Gmg è tornato alla casa del Padre». Presenti la mamma, e il fratello Davide con la fidanzata Valentina Borroni che prende la parola durante la Messa: «La tua morte inaspettata ci ha spezzato, ma vogliamo credere che ci abbia anche illuminato, non ha distrutto tutta la potenza e la bellezza della Gmg che avevamo appena vissuto insieme, anzi, l’ha resa brutalmente più viva e vera per ciascuno di noi» ed è stata per Luca che voleva “essere” «il compimento del suo progetto di amore».

«Penso – ha detto Raimondi – a voi che siete qui stamattina, a chi ha fatto la Gmg, al mandato che ci ha dato il Papa a Lisbona di essere missionari testimoni dell’amore di Cristo, penso a tanti giovani che sono fuori… Penso che non dobbiamo mai sentirci “abbastanza” dentro la Chiesa, pensarsi anche noi “fuori” con loro ci fa bene, ci dà un po’ di umiltà. E penso che la Madonna è fuori con loro (per esempio con quei giovani che magari han fatto la Cresima e poi non han più messo piede in chiesa) e aspetta che noi usciamo a cercarli. Maria, che sta con quelli fuori e prega con quelli fuori, aspetta che noi andiamo a darle una mano».

Al termine (prima della meritata colazione finale alla terrazza del Mosè) il ringraziamento, letto da una giovane: «Signore, oggi ti ringrazio soprattutto per l’occasione che abbiamo avuto di vivere insieme questo cammino. Lungo, intenso, ma meravigliosamente speciale. Grazie per le occasioni come questa, perché ci ricordano che non siamo soli nel nostro cammino e che dopo ogni notte, anche la più buia, torniamo a rivedere la luce. Grazie perché mi ha ricordato quanto sia bello vivere nel e per l’Amore».

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