Cosa ha messo in moto il cammino dei ministeri istituiti dell’accolitato, del lettorato e del catechista? Quali sono i cammini che la Chiesa ambrosiana – o meglio l’insieme delle Diocesi lombarde – propongono? «La risposta più semplice sarebbe che tutto muove dai documenti promulgati da papa Francesco e, a seguire, da quelli dei Vescovi italiani, lombardi e della Commissione diocesana che ha lavorato per più di un anno al fine di arrivare a un documento milanese confermato dal Consiglio episcopale»: a riflettere sul tema è don Matteo dal Santo, responsabile del Servizio diocesano per la Catechesi. «In realtà – sottolinea – il vero motore è un sogno di Chiesa, una nuova immagine di Chiesa che sia missionaria, fraterna e sinodale».
È un’occasione importante, quella delle ministerialità istituite?
Senza dubbio. Possiamo camminare verso comunità cristiane in cui i laici assumano una responsabilità più intensa nella vita della Chiesa. Il Papa lo esprime molto bene: «Una Chiesa protesa alla missione e dove si unificano le forze e si cammina insieme per evangelizzare; una Chiesa in cui ciò che ci lega è il nostro essere cristiani battezzati, il nostro appartenere a Gesù; una Chiesa dove fra laici e pastori si vive una vera fratellanza, lavorando fianco a fianco ogni giorno, in ogni ambito della pastorale, perché tutti sono battezzati».
Se vogliamo parlare di uno dei tre ministeri, i catechisti sono sempre esistiti nella Chiesa. Era necessario pensare a un’istituzione?
Questa domanda è decisiva e sarà l’oggetto del percorso formativo che sta per partire in Diocesi (leggi qui). Darei due risposte. Inizio con il dire che non tutti i lettori, i ministri della comunione eucaristica e i catechisti devono essere istituiti. Tutti sono chiamati a essere membra vive del corpo della Chiesa e tra questi tutti (cioè la schiera di persone che esercitano una ministerialità di fatto), alcuni sono chiamati a compiere un passo ulteriore, ad assumere una corresponsabilità appassionata, stabile, ecclesiale e formata per la missione della Chiesa. Inoltre, l’istituzione può aiutare a cambiare la Chiesa.
Come ci si sta muovendo sul territorio?
Iniziamo una prima fase formativa e informativa. È lo scopo dei tre incontri che vivremo tra ottobre e novembre. Vorremmo che questo sogno di Chiesa fosse più conosciuto e condiviso. Prima occorre informarsi e confrontarsi, preparando il terreno. Solo dopo si potrà segnalare qualche disponibilità a intraprendere il cammino. Insomma, non si tratta di avere autocandidature, ma doni riconosciuti dalle comunità, anche perché l’istituzione è il frutto di una chiamata del Signore per il bene della Chiesa. Durante la formazione indicheremo gli ulteriori passi da compiere in vista dell’istituzione.
Perché le Diocesi lombarde hanno scelto di camminare insieme in questo contesto?
È un motivo di conforto sapere che i Vescovi lombardi e le Consulte regionali della liturgia e della catechesi si stiano muovendo insieme. Quando si è chiamati a diventare esploratori può subentrare un senso di timore, ma se camminiamo insieme ci aiutiamo a vicenda.
Ci sono strumenti per approfondire la questione?
Il punto di partenza sono sicuramente i documenti ufficiali: i due motu propri di papa Francesco (leggi qui), i documenti sui ministeri istituiti della Conferenza episcopale Italiana (leggi qui) e di quella lombarda (leggi qui) e, infine, il nostro documento diocesano. L’Arcivescovo ha chiesto di raccoglierli insieme in un unico volume ed è stato così pubblicato dall’Arcidiocesi, I ministeri istituiti nella Chiesa missionaria e sinodale (per la collana Documenti di Centro Ambrosiano). Nell’introduzione al testo, l’Arcivescovo invita a iniziare il cammino e affida alla Diocesi un compito preciso: «Diamo avvio operativo – scrive – a un percorso di discernimento, di formazione, di accompagnamento per giungere all’istituzione dei ministeri dell’accolitato, del lettorato, del catechista». È stato recentemente pubblicato anche un testo di approfondimento sulla ministerialità nella Chiesa e sul documento regionale. Il libro, dal titolo Una Chiesa in cambiamento. Le diocesi lombarde in cammino verso i ministeri istituiti (a cura di Francesco Vanotti, Centro Ambrosiano), offre alcune preziose chiavi di lettura.
Cosa si aspetta da questo progetto?
Mi aspetto un cambio di sguardo, più fiducioso e più spirituale. Lo Spirito Santo sta già donando uomini e donne al servizio della Parola, dell’altare e della condivisione e trasmissione della fede per l’utilità comune. Per questo la comunità cristiana è chiamata a riconoscere e valorizzare i doni di Dio. È un cambiamento di sguardo per imparare a vedere chi c’è e quello che c’è già, invece di vedere solo quello che manca e chi non c’è più. E, poi, un cambiamento di passo: ci si appassiona e si lavora insieme, laici e preti, per il futuro della Chiesa e l’annuncio del Vangelo.