1Tm 2, 8-15; Sal 144 (145); Lc 21, 20-24
Carissimo, voglio che in ogni luogo gli uomini preghino, alzando al cielo mani pure, senza collera e senza polemiche. Allo stesso modo le donne, vestite decorosamente, si adornino con pudore e riservatezza, non con trecce e ornamenti d’oro, perle o vesti sontuose, ma, come conviene a donne che onorano Dio, con opere buone. La donna impari in silenzio, in piena sottomissione. (1Tm 2,8-11)
Paolo sta descrivendo il primato che il Signore Gesù ha nella vita di ciascuno: poiché la sua vita è stata l’origine della salvezza di tutti, allora ciascuno può rivolgersi a lui in modo puro ed esemplare, senza anteporre nulla al rapporto con lui, né sentimenti di divisione, né interesse per cose effimere.
Quelle indicazioni valgono ancora oggi, ciascun cristiano può riconoscere di non essere ancora riuscito a purificare a tal punto la propria vita da rivolgersi stabilire un dialogo con il Signore tanto autentico e privo di distrazioni.
Nella misura in cui si sappia considerare quel fatto essenziale, allora passa anche in secondo piano la differenza che Paolo stabilisce tra maschi e femmine. La sottomissione che egli determina per le donne rispetto agli uomini, evidentemente, non può essere ciò che deve essere attuato, anzi, proprio la possibilità di realizzare un dialogo pieno con il Signore può dare a tutti il modo per intendere in modo nuovo e concreto il modo perché nella chiesa e nel mondo odierni ciascuno viva pienamente la libertà che gli viene dall’essere semplicemente un essere umano.
Preghiamo
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
dal Salmo 144 (145)