- “Tutti i popoli si adeguarono agli ordini del re” (1Mac 1,42).
Il giorno cattivo per i Giudei venne con il tempo di Antioco Epifane e il suo progetto di unificare il regno imponendo l’abbandono delle tradizioni religiose. Il giorno cattivo è il momento in cui la fedeltà alla legge di Dio viene perseguitato come pericoloso e punito come un reato. La prescrizione del re impone che tutti pensino allo stesso modo e vivano allo stesso modo.
Il giorno cattivo per Gesù è il giorno in cui gli argomenti religiosi diventano un pretesto per mettere in difficoltà e costringere a prendere una posizione politica.
Forse anche il momento in cui si impone il pensiero unico è un giorno cattivo: quando nella persuasione di difendere la massima libertà si impone la censura o si circonda di disprezzo o si proibisce come offensivo per gli altri ogni convinzione che contrasti con il pensiero unico.
Sì, tu puoi pensare come vuoi, ma pensalo in privato e non parlare in pubblico della tua fede, perché disturba e mette a disagio gli altri.
“sì tu puoi essere convinto che la vita è risposta alla vocazione a Dio che chiama alla felicità, ma non dirlo in pubblico perché disturba il pensiero e il comportamento di chi è convinto che Dio non esiste e che ciascuno deve fare è autorizzato a fare quello che vuole e non deve rispondere a nessuno di quello che fa”.
Vivono giorni cattivi coloro che sono perseguitati per la loro fede, coloro che cercano la pace nei paesi in guerra, coloro che difendono la vita là dove la vita non vale niente.
- Prendete dunque l’armatura di Dio perché possiate resistere nel giorno cattivo (Ef 6,13).
La vita cristiana, la sequela di Gesù, non può essere immaginata come una vita tranquilla, che evita i fastidi e una vita consegnata a Dio non è una vita garantita, come non è stata una vita protetta dai pericoli e dalla violenza la vita di Gesù.
La lotta fa parte della vita cristiana: perciò Paolo raccomanda di essere pronti alla lotta e suggerisce di rivestirsi dell’armatura di Dio.
Come resisteranno i discepoli di Gesù di fronte alla violenza, alla ingiustizia, alla prepotenza dei prepotenti, alla menzogna che chiama bene il male e male il bene?
- Una resistenza al plurale.
Il messaggio di Paolo è sempre al plurale: prendete, state saldi, pregate…
La vita cristiana non è una vita al singolare, non è una scelta individualistica. Essere insieme nella Chiesa è la nostra forza, essere insieme nel condividere la fede, la lettura delle scritture, l’impegno per la giustizia.
Insieme non solo per quel banale luogo comune che dice. “L’unione fa la forza”. Insieme perché la verità cristiana è troppo grande per essere il pensiero di uno solo; insieme perché la fede cristiana non è una convinzione personale, ma una adesione alla fede della Chiesa; insieme perché i fratelli e le sorelle possano portare i pesi gli uni degli altri; insieme perché nella pluralità delle vocazioni ci sia una risposta corale e insieme pertinente alle sfide del giorno cattivo. Insieme: contro la tendenza individualistica e contro la tendenza settaria che professa la propria originalità in un modo così ostinato che l’incontro nella grande assemblea diventa più occasione di esibizionismo e di rivendicazioni di spazi che gioia della comunione e lode corale dell’opera di Dio.
- Pregate con ogni sorta di preghiere e di suppliche nello Spirito (Ef 6,18).
La resistenza del credente, la perseveranza della Chiesa nei momenti di tribolazione trova la sua forza nella preghiera. Ogni sorta di preghiera si alimenta dello Spirito Santo e usa le parole, i pensieri, i ricordi, il tempo per dimorare nella comunione con il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo. Le nostre comunità forse pregano troppo poco: per questo sono troppo deboli, sconcertate, complessate di fronte a un pensiero diffuso.
Il pensiero diffuso contrasta con la verità cristiana, con la giustizia di Dio, con la fede nella risurrezione, con la persuasione che la vita sia una vocazione. La preghiera è quel dialogo con il Signore nello Spirito che legge le parole, ascolta le ispirazioni, si alimenta alla gioia di Dio e riconosce la bellezza della vita secondo lo Spirito in verità e giustizia.