2Re 17, 1-12; Sal 59 (60); Lc 12, 1-3
Essi venerarono altri dèi, seguirono le leggi delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti, e quelle introdotte dai re d’Israele. Gli Israeliti riversarono contro il Signore, loro Dio, parole non giuste e si costruirono alture in ogni loro città, dalla torre di guardia alla città fortificata. Si eressero stele e pali sacri su ogni alto colle e sotto ogni albero verde. Ivi, su ogni altura, bruciarono incenso come le nazioni che il Signore aveva scacciato davanti a loro; fecero azioni cattive, irritando il Signore. Servirono gli idoli, dei quali il Signore aveva detto: «Non farete una cosa simile!». (2Re 17,8-12)
Tutti i peccati che il popolo compie sotto il regno di Osea si riassumono nell’idolatria: attribuire valore divino, quindi totale, a qualcosa che non ha a che fare con Dio. Si tratta di una tentazione alla quale è esposta ogni persona religiosa, perché spesso è più semplice rinunciare alla propria libertà per concentrare tutte le energie, i pensieri e i desideri con ciò che appare più vicino rispetto all’amore di Dio – che non ha confini.
Si tratti di potere, di un obiettivo, di qualunque ricchezza, nulla può sostituirsi a Dio, nella misura in cui solo lui offre una relazione libera, sempre nuova.
Preghiamo
Nell’oppressione vieni in nostro aiuto,
perché vana è la salvezza dell’uomo.
Con Dio noi faremo prodezze,
egli calpesterà i nostri nemici.
dal Salmo 49 (50)