Si è chiusa dopo più di sei mesi la questione delle file infinite dei richiedenti asilo all’Ufficio immigrazione in via Cagni a Milano. Da lunedì 17 luglio, per fissare un appuntamento per la richiesta di protezione internazionale, non sarà più necessario accedere al portale Prenotafacile della Polizia, ma ci si potrà rivolgere direttamente a un ente del terzo settore convenzionato. Comunità di Sant’Egidio, Caritas, Croce Rossa, Avsi o Acli offriranno alle persone supporto e materiale necessario alla pratica. Sarà poi uno di questi enti a occuparsi di fissare l’appuntamento presso gli uffici di via Cagni. Qui il richiedente asilo si presenterà solo per le procedure di identificazione.
Per le Acli spiega le novità Carla Pucilli, responsabile dell’Ufficio immigrati del Patronato di Milano: «Tutto è cominciato ad aprile con il progetto Arrivo. Una collaborazione con Prefettura e Questura per cercare una soluzione ai disordini di via Cagni. In questi mesi è stata chiesta al terzo settore la disponibilità per elaborare le richieste di asilo delle persone sprovviste di documenti. Visti i buoni risultati, la settimana scorsa c’è stato un ampliamento dell’impegno per tutta la platea dei richiedenti asilo. La ritengo una buona cosa, sia per le relazioni con le istituzioni, sia per gestire meglio una situazione che vede coinvolte un numero consistente di persone. In questo modo potranno accedere alla pubblica amministrazione con dignità. L’altro aspetto positivo è che le persone si rivolgono al terzo settore, che già si occupa spesso di stranieri. Entrano quindi in un contesto di assistenza più organizzato, per una integrazione ideale».
L’Ufficio immigrati del patronato Acli riceverà quotidianamente (fino alla chiusura di agosto) i richiedenti asilo per inoltrare le pratiche. Si occuperanno anche delle domande presentate nella lingua del cittadino straniero. Il servizio è completamente gratuito.
Un cambio di passo che Pucilli osserva positivamente: «Lunedì, primo giorno con il nuovo servizio, è stata una giornata dedicata esclusivamente alla registrazione. Siamo stati invasi da mail e telefonate. Gli appuntamenti che ci hanno dato a disposizione li abbiamo esauriti subito, ma sicuramente le persone sono molto più tranquille. Prima ricevevamo telefonate di persone che non riuscivano a prenotare. Preoccupate di essere espulse. Oggi invece sentono che le cose sono cambiate».