Il Museo Diocesano Carlo Maria Martini insieme ai Servizi Educativi, Ambarabart, e in collaborazione con Fom, propone anche quest’anno un’iniziativa didattica per gli Oratori Estivi della Diocesi. Una proposta che in queste settimane ha già coinvolto circa mille ragazzi, tra quanti hanno già partecipato alla proposta e quanti la vivranno nei prossimi giorni.
Il Museo è un luogo che si prende cura delle opere d’arte, della storia che esse raccontano, dei materiali di cui sono fatte, della bellezza che portano in sé e delle persone che vengono a fruirne. Lavorare per conservare e valorizzare il patrimonio di un museo richiede una grande dedizione, una attenzione costante che allarga ogni giorno il cuore e gli orizzonti della mente.
L’esperienza museale proposta dal Museo Diocesano di Milano, in sintonia con la proposta Fom di quest’anno dedicata all’atto della cura sotto la dicitura “Tu per tutti”, si è rivelata di grande interesse per grandi e piccoli. Una visita guidata interattiva in 6 tappe per mostrare cosa significa per noi avere cura di un’opera d’arte e metaforicamente cosa significa più in generale avere cura: una relazione discreta e continuata nel tempo, a partire da una conoscenza e da un amore per ciò che abbiamo davanti, che sfoci solo dove necessario in un vero e proprio intervento.
I ragazzi hanno così la possibilità di provare alcuni strumenti necessari alla cura delle opere d’arte e di paragonare le azioni fatte in museo con la propria vita: possono usare la lampada di wood (nei dipinti non è sufficiente guardare quello che si vede: è come accade in un rapporto, dove per conoscersi davvero l’apparenza non basta); indossare i guanti da conservatore e capire come si usa un tampone per la pulitura (perché bisogna trattarsi con cura); misurare temperatura e umidità del museo (perché se hai cura di qualcosa hai cura anche dell’ambiente che abita); provare gli occhiali con le lenti da restauratore (perché per guardare non basta vedere, serve uno sguardo attento!); vedere in sezione come è fatto un fondo oro e come si passa dalla pepita alla foglia (perché non si può aver cura se non di ciò che ci conosce)…
Dopo la visita, e dopo che i ragazzi hanno provato una serie di strumenti tipici del lavoro del conservatore e del restauratore, i partecipanti si possono mettere alla prova con la tecnica di restauro del rigatino: noi possiamo e dobbiamo avere cura ma l’imprevisto può sempre raggiungerci. E a quel punto che si fa? È possibile colmare una lacuna, cucire uno strappo, in maniera rispettosa?
Al termine di ogni attività è previsto un momento di riflessione collettiva, durante il quale far emergere un giudizio sintetico su quanto incontrato nel nostro percorso. Sarà possibile portare a casa i lavori eseguiti durante il laboratorio.
E grazie al contributo di un importante sostenitore, circa 300 ragazzi di parrocchie ubicate in quartieri complessi e fragili dal punto di vista sociale ed economico hanno potuto partecipare gratuitamente.
Il Museo Diocesano offre la possibilità di accogliere gruppi per questo percorso per il mese di luglio, ma anche ad agosto e settembre. Informazioni, programmi e costi si possono trovare qui. Si può anche mandare un’email di richiesta a servizieducativi@museodiocesano.it
Le attività saranno strutturate per gruppi fino a 20 bambini con 2 accompagnatori; sarà possibile ospitare più gruppi contemporaneamente. Sono a disposizione spazi per pranzare, giocare, pregare.
Alle proposte in museo può seguire nel pomeriggio una visita-gioco in un luogo di Milano significativo per l’arte e la fede (Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, Basilica di Sant’Eustorgio, Basilica di Sant’Ambrogio).