Domenica 23 dicembre l’Arcivescovo, proseguendo la visita pastorale nel Decanato di Trezzo sull’Adda, fa tappa a Groppello (Mi), una delle località in cui opera la Cooperativa sociale “Punto di incontro”, che da anni progetta, realizza e gestisce servizi socioassistenziali e sociosanitari diurni e residenziali dedicati alle persone con disabilità. «“Punto di incontro” conta più sedi. L’Arcivescovo, in particolare, visiterà le nostre realtà sociali di Groppello e Vaprio d’Adda», precisa Vittorio Caglio, direttore generale della Cooperativa.
Di che cosa vi occupate e con quali finalità?
La nostra realtà lavora da oltre trent’anni nel territorio della Martesana in collaborazione con Anffas (Associazione di Famigliari di persone con disabilità) e comprende sia servizi residenziali – e dunque vere e proprie comunità alloggio -, sia centri diurni socio-educativi. Le persone con disabilità coinvolte dalle nostre attività sono circa 350.
Quali servizi svolgete in particolare nelle realtà a cui farà visita l’Arcivescovo?
A Groppello d’Adda abbiamo una palazzina di 12 appartamenti, un vero e proprio condominio sociale. È una realtà più assistenziale rispetto alle altre, che talvolta sono informative. Ospita 50 persone con disabilità e situazioni differenti. C’è chi lavora ed è più autonomo e chi invece necessita di un’assistenza maggiore e durante la giornata frequenta anche i nostri centri diurni.
E invece a Vaprio d’Adda di che cosa vi occupate?
La struttura di Vaprio è punto di riferimento per il Terzo settore, soprattutto in riferimento alla disabilità. Ha una finalità formativa e culturale, mentre Groppello è prettamente assistenziale. Qui, inoltre, è presente uno sportello Sai (Servizio Accoglienza Informazioni), che svolge la sua attività in collaborazione con l’Anffas. Ci sono alcune sale che vengono messe a disposizione di diverse realtà territoriali a livello formativo, oppure sono usate come spazi per l’allestimento di mostre su tematiche sociali di particolare attualità. Ne abbiamo ospitate alcune, per esempio, dedicate agli immigrati e alla Shoà. Il Sai, invece, ha lo scopo di accogliere, prendere in considerazione e affrontare le istanze e i bisogni della persona con disabilità e della sua famiglia, per accedere al sistema di protezione sociale. Ci occupiamo dunque di dare informazioni aggiornate sulle leggi, orientare ai servizi sul territorio e fare consulenza nella presentazione delle pratiche. Il servizio si avvale di diversi professionisti (assistente sociale, psicologo, avvocato, ecc), che sono in grado di rispondere alle molteplici necessità che le persone con disabilità possono presentare. La struttura di Vaprio, poi, ha un’ulteriore particolarità.
Quale?
Nasce dalla parrocchia, che ha dato la disponibilità dell’ex casa parrocchiale a uso gratuito per realizzare un servizio che fosse a disposizione di tutta la comunità. E oggi questa disponibilità ha dato i suoi frutti: la nostra iniziativa è diventata, infatti, una realtà molto articolata sul territorio e dà moltissime risposte.