«Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele”. Giovanni testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”». (Gv 1,30-34)
Giovanni ci pone di fronte ad una professione di fede in Cristo. Gesù è presentato come l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo, come colui che battezza con lo Spirito, come Figlio di Dio. Siamo di fronte a una confessione cristiana di fede, messa sulle labbra del Battista. Ci troviamo davanti ad una scelta importante come cristiani chiamati a coltivare l’atteggiamento indicato della testimonianza, della partecipazione nella fede. La discesa dello Spirito, la proclamazione della parola di Dio sono le caratteristiche del battesimo e rivelano la singolarità della persona di Gesù, della sua identità, della sua missione. L’evento della discesa dello Spirito suggerisce l’inizio di una nuova rivelazione di Dio, una rivelazione che passa proprio attraverso la persona di Gesù. Partecipando al movimento di conversione e di rinnovamento suscitato dal Battista, Gesù diventa punto di riferimento per la vita spirituale del popolo e di tutti noi. A noi riscoprire il valore di questo dono ricevuto nella nostra vita.
Preghiamo
Signore Gesù che hai condiviso la nostra condizione umana e ti sei manifestato come il Figlio nel quale il Padre si compiace, rendi anche la nostra esistenza gradita agli occhi di Dio, attraverso il dono del battesimo, e costruisci la tua Chiesa come segno di speranza per l’umanità intera. Amen
[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]