Nella novena del santo Natale di Gesù Cristo, i giorni indicati dai libri liturgici come “ferie prenatalizie”, la chiesa ambrosiana canta nella celebrazione del Vespro le cosiddette “antifone O”, o antifone “maggiori” che iniziano tutte con l’invocativo “O”.
Si tratta di sette antifone al Magnificat strutturate a dittico: in una prima anta si ammira un titolo cristologico, nell’altra si invoca che il Signore venga e operi secondo quella sua energia.
Dopo la riforma del Concilio Vaticano II sono state introdotte anche entro la Liturgia eucaristica, nell’acclamazione all’evangelo; e nella liturgia ambrosiana sono inserite come antifona al Vespro, nel rito della commemorazione del battesimo.
Ciascuna inizia con un’esclamazione ammirata al Cristo, invocato nella sua venuta con titoli attinti alle profezie messianiche dell’antico testamento. La prima, che entra nelle celebrazioni di oggi, è un’invocazione della venuta di Cristo, adorato come la sapienza che procede dalla bocca dell’Altissimo e, estendendosi da un capo all’altro dei tempi, dispone tutto con forza e dolcezza. Da lui, che è la Parola in cui tutto ha vita, attendiamo di apprendere la via per discernere eventi e realtà e compiere le scelte giuste.
Ciascuna inizia con un’esclamazione ammirata al Cristo, invocato nella sua venuta con titoli attinti alle profezie messianiche dell’antico testamento. La prima, che entra nelle celebrazioni di oggi, è un’invocazione della venuta di Cristo, adorato come la sapienza che procede dalla bocca dell’Altissimo e, estendendosi da un capo all’altro dei tempi, dispone tutto con forza e dolcezza. Da lui, che è la Parola in cui tutto ha vita, attendiamo di apprendere la via per discernere eventi e realtà e compiere le scelte giuste.