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Ospitalità, riconciliazione e perdono

Mi 5,2-4a; Sal 95 (96); Gal 1,1-5; Lc 2,33-35

31 Dicembre 2018

VII giorno dell’ottava di Natale

«Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori». (Lc 2,33-35)

Le parole di benedizione di Simeone sono richiamo ad un dolore e ad una lotta che caratterizzeranno la vita di questo bambino e di sua madre. A Maria viene rivelato il suo “futuro”: sarà per la Chiesa portatrice di salvezza ma nello stesso tempo sarà modello di sofferenza per chi sceglie di seguire la vita di Gesù. Gesù è indicato come segno di contraddizione per il popolo d’Israele e da qui si apre per Gesù una vita che culminerà sul Calvario e si stenderà poi verso la chiesa e in particolare verso la chiesa sofferente di tutti i tempi. Chiunque ascolta le parole di consolazione di Gesù è chiamato a proseguire il cammino ed è invitato a trovare in Lui l’esempio e il senso delle proprie croci, dell’ostilità del mondo e le numerose difficoltà della vita. La Madre condividerà il destino del Figlio, tutta la sua vita verrà trapassata, scossa dagli eventi che riguarderanno il Figlio.
Per questo Maria ci è sorella nella fede perché è colei che vive in un’attesa che richiede somma vigilanza per poter così sempre individuare l’intervento dell’Altissimo e accoglierlo.

Preghiamo
Rendi la nostra fede attiva e responsabile Signore, perché possiamo portare la buona notizia del tuo arrivo nella nostra vita. Fa’ che sappiamo accogliere con gioia la luce della tua parola per comprendere sempre di più la tua volontà ed essere sempre più simili a te. Amen.

[da: Stranieri e pellegrini – Il cammino, l’attesa, l’ospitalità – Avvento e Natale 2018, Centro Ambrosiano]