«In tre anni è cambiato tutto. Oggi non si parla più di scarti, ma di ingredienti primari. Una rivoluzione nata qui a Milano, proprio in questo luogo che ho trovato più bello oggi di quando l’abbiamo aperto, segno della grande cura che ci mettono le persone che lo stanno portando avanti»: l’ha detto Massimo Bottura, intervenendo al terzo anniversario dell’inaugurazione del Refettorio Ambrosiano, immaginato proprio dallo chef per trasformare in eccellenze le eccedenze alimentari prodotte dai padiglioni dell’Esposizione universale svoltasi a Milano nel 2015.
«Abbiamo voluto che il Refettorio fosse un luogo di bellezza, coinvolgendo artisti e designer in un progetto che non ha precedenti, non per una ragione estetica, ma perché siamo conviti che le bellezza è parte integrante del percorso di riabilitazione di una persona. I risultati di questi primi tre anni lo confermano», ha sottolineato Davide Rampello, il curatore artistico che ha coinvolto le aziende e i creativi che hanno trasformare un teatro abbandonato in una zona periferica di Milano in un una mensa solidale che è al tempo stesso una galleria d’arte.
Sui risultati raggiunti si è soffermato il direttore di Caritas Ambrosiana, Luciano Gualzetti: «Dopo tre anni, i 200 senza fissa dimora che sono passati dal Refettorio sono usciti tutti dalla strada. Gli stranieri accolti, circa 400 persone, sono stati aiutati a risolvere le questioni burocratiche relative al permesso di soggiorno e sono riusciti così a trovare un lavoro per pagarsi un posto letto e mantenersi. Altri 200 ospiti, inviati dai centri di ascolto stanno facendo un serio cammino di recupero della dignità. Complessivamente, dunque 800 persone, hanno trovato nel Refettorio e nelle rete di servizi collegati un’occasione per ripartire».
Nato durante Expo Milano 2015 per cucinare per le persone in difficoltà le eccedenze dei padiglioni dell’esposizione, come era stata annunciato, il Refettorio ha proseguito la sua attività. Da lunedì a venerdì oltre un centinaio di volontari servono per 90 ospiti le ricette preparate con ingredienti donati dalla grande distribuzione.
«Ogni sera, occorre inventare un menu con quello che abbiamo. Ogni volta è una sfida. Ma non ha prezzo la soddisfazione di regalare un momento di serenità a persone che vivono giornate difficili, spesso segnate da frustrazioni», ha detto Ilenia di Pietro, la cuoca del Refettorio, le cui ricette sono state raccolte nel libro Butta in tavola, recentemente uscito in libreria.
«Dopo la morte di mio marito, non ho trovato più la forza di uscire di casa. Poco alla volta mi stavo lasciando andare. Il Refettorio mi ha ridato una ragione per vivere. La sera so che qualcuno mi aspetta, allora mi metto in ordine e scendo», ha raccontato alla fine della tavola rotonda Eugenia, la “decana” degli ospiti del Refettorio, che abita sul lato opposto di piazza Greco dove sorge la mensa.
Oltre a luogo di solidarietà, il Refettorio Ambrosiano è anche uno spazio di animazione culturale. Promossa dal parroco don Giuliano Savina, l’Associazione per il refettorio, ha organizzato oltre 170 eventi tra cinema, teatro, scuola, momenti per gli anziani, incontri di religioni e cene, coinvolgendo i cittadini del quartiere e non solo e più di 100 ospiti.
Il gruppo Animondo, formato da operatori del servizio civile internazionale di Caritas Ambrosiana, ha proposto al Refettorio Ambrosiano percorsi didattici sui temi delle fame e gli squilibri alimentari ai centinaia di ragazzi delle scuole e degli oratori estivi.
L’associazione le Querce, promossa da Caritas Ambrosiana, organizza laboratori di cucina per le persone anziane del quartiere