È stato un piccolo tzunami colorato e simpatico quello che oggi ha “invaso” la redazione periodici della Diocesi di Milano. I ragazzi della quinta A dell’Istituto comprensivo Teodoro Ciresola di Milano, accompagnati dalle insegnanti di italiano e religione, hanno percorso i corridoi che furono la sede storica del quotidiano cattolico milanese «L’Italia», fondato nel 1912 dal cardinale Ferrari e poi chiuso nel 1968 per fondersi, insieme all’«Avvenire d’Italia», nel nuovo quotidiano «Avvenire».
Seduti attorno al tavolo dove i giornalisti si riuniscono mensilmente per la riunione di redazione, gli alunni della Ciresola hanno visto prima di tutto come nascono le pagine del mensile «Il Segno». Un periodico carico di storia come i locali che lo ospitano, visto che fu il cardinale Montini a fondarlo nel 1961, quando era ancora arcivescovo di Milano, poco prima di diventare papa Paolo VI. E vista la prossima canonizzazione di Paolo VI, il direttore dei periodici diocesani Pino Nardi ha potuto ben dire ai ragazzi che stavano facendo visita alla sede del giornale voluto da un santo!
Come nasce un mensile
La redazione di un mensile è molto diversa da quella di un quotidiano: i tempi di produzione sono più lunghi e gli argomenti trattati non possono quindi far riferimento alla stretta attualità, ma devono essere “freddi”, come si dice in gergo giornalistico. La bravura del giornalista di un periodico sta proprio nello scovare notizie “a lunga scadenza” ma che siano allo tesso tempo abbastanza fresche da interessare il lettore. Con il “timone” alla mano, cioè lo schema vuoto delle pagine della rivista, che i redattori riempiono di contenuti durante la riunione di redazione, i giovani studenti hanno ascoltato alcuni esempi degli argomenti trattati, per poi vedere nel concreto la genesi di una pagina al computer.
I ragazzi si sono così trovati a riflettere su come spesso il lettore comune non colga quanto lavoro ci sia dietro ogni singola pagina: la scelta del carattere, l’allineamento delle fotografie, il ricorrere di alcuni elementi grafici (sommari, capoversi colorati, box) che caratterizzano proprio quel giornale. Punti fermi, che danno armonia alla pagina anche all’occhio di chi non è del mestiere.
Giochiamo ai giornalisti
I ragazzi sono diventati protagonisti in prima persona nella seconda tappa della loro mattinata, quando hanno visitato il piccolo studio di registrazione della redazione, dove viene prodotto, tra l’altro, «La chiesa nella città», il programma televisivo di attualità religiosa in onda su Telenova (canale 14 del digitale terrestre) e su ChiesaTv (canale 195). Quattro giornalisti in erba – timidi ma molto talentuosi, scelti a sorte fra gli alunni che si erano candidati – hanno letto il sunto di una ricerca realizzata dai ragazzi insieme all’insegnante di religione. Argomento: il Triduo pasquale attraverso le opere d’arte famose che lo hanno rappresentato, dalle quali emerge il legame di amicizia tra Gesù e i suoi, negli ultimi momenti della sua vita.
La classe ha poi visto come funziona un vero montaggio video, scoprendo la magia del tendone verde dello studio che sparisce e si trasforma nello sfondo desiderato, in questo caso le opere d’arte di cui la ricerca parlava. Con la musica di sottofondo e l’aggiunta dei “sottopancia” (la “striscia” con la scritta del nome e le informazioni sul personaggio che appare in video) ecco che una mattinata di studio diventa un filmato a tutti gli effetti, che rimarrà alla classe come ricordo della giornata.
Tutti contenti
Infine, ultima tappa della visita, gli alunni della quinta A hanno visto nascere proprio questa pagina web: la scelta delle foto tra quelle scattate in redazione per formare la fotogallery qui sopra, la redazione di titoli e didascalie, l’indicizzazione della pagina con le parole chiave perché sia rintracciabile all’interno del portale e attraverso i motori di ricerca più diffusi.
Alla fine, tutti contenti: alunni e maestre, che hanno ringraziato la redazione per il tempo dedicato; la redazione, che ha condiviso con piacere la propria professionalità. E chissà che a qualcuno dei ragazzi non sia venuta voglia di scegliere proprio questa strada per il proprio futuro lavorativo.