Nella società cosiddetta “postmoderna” possono stare insieme Vangelo e cultura, fede e vita, consacrazione e laicità? Si può essere consacrati a Dio e vivere la condizione comune degli uomini nel mondo? Sono queste le sfide che i membri degli Istituti secolari stanno vivendo da oltre settant’anni, da quando Pio XII con la costituzione apostolica Provida Mater Ecclesia (2 febbraio 1947) e il “Motu Proprio” Primo feliciter (12 marzo 1948) ha riconosciuto questa singolare forma di vita, in cui consacrazione e secolarità vengono vissute in profonda armonia.
Papa Francesco, incontrando i membri degli istituti secolari (10 maggio 2014), ha detto loro: «La Provida Mater Ecclesia è stato un gesto rivoluzionario nella Chiesa». In effetti la storia della modernità è stata segnata da un contrasto crescente tra la Chiesa e il “mondo”, che in forza dei processi di secolarizzazione diventava sempre più “mondano”. Le stesse forme tradizionali di vita religiosa erano caratterizzate spesso da una chiara separazione rispetto alla società, quasi a voler simbolizzare il congedo della Chiesa dal mondo moderno.
È bello notare come lo Spirito Santo abbia suscitato provvidenzialmente nel popolo di Dio un carisma capace di coniugare insieme quello che era sentito estraneo. Il Beato Paolo VI, nel 1972, dopo il Concilio Vaticano II, ricorderà che «la piena consacrazione della vita secondo i consigli evangelici» e «la piena responsabilità di una presenza e di una azione trasformatrice al di dentro del mondo, per plasmarlo, perfezionarlo e santificarlo», vissute dagli Istituti secolari, corrispondevano esattamente a una delle «linee più importanti e più chiare del Concilio: la presenza della Chiesa nel mondo». DI fatto gli Istituti secolari hanno anticipato uno dei temi fondamentali del Vaticano II. «Essere nel mondo – ricordava papa Montini agli Istituti secolari (20 settembre 1972) – è il vostro modo di essere Chiesa e di renderla presente».
Proprio perché oggi ci troviamo in un profondo cambiamento d’epoca, in cui anche le evidenze più elementari sembrano venire meno, questa testimonianza è ancora più urgente. Per questo l’Arcidiocesi di Milano, in collaborazione con la Conferenza Italiana Istituti Secolari (Ciis) della Lombardia, ha organizzato per sabato 14 aprile un convegno dal titolo “Fedeli e creativi”, in cui si intende approfondire l’attualità di questa forma di consacrazione che porta al cuore della società la testimonianza della radicalità evangelica. Al convegno, lungamente preparato in questi mesi, interverranno l’Arcivescovo Mario Delpini, alcuni membri degli Istituti secolari e giovani interessati ai temi vocazionali. Mettendo a tema la consacrazione secolare si intende così offrire un contributo originale alla riflessione sul prossimo Sinodo dei Vescovi su “Giovani, fede e discernimento vocazionale”, voluto fortemente da papa Francesco; il quale sempre rivolgendosi agli Istituti secolari il 10 maggio 2014, ha raccomandato loro: «Non dimenticate: siate rivoluzionari!». Si tratta di raccogliere questa sfida che riguarda tutto il popolo di Dio.