Nm 11,4-7.16a.18-20.31-32a; Sal 104; 1Cor 10,1-11b; Mt 14,13-21
“Ora la nostra gioia inaridisce, non c’è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna”. (Nm 11)
In risposta al lamento del popolo e alla nostalgia per la condizione di relativo benessere lasciata alle spalle una volta usciti dall’Egitto, Dio manderà carne agli israeliti e li invita a ripensare al loro moto di scontentezza per quiello che è stao loro donato. un’esperienza ben nota a tutta l’umanità di ogni tempo: non siamo contenti del tempo presente se qualcosa ci viene tolto e ci deprimiamo per quello che siamo. Dio però non si dimentica e continua a provvedere al cammino del suo popolo, ripetendo la sola richiesta di fedeltà.
Ciò che avvenne ai nostri padri nel deserto, ci dice l’apostolo Paolo ancor’oggi, ci sia d’esempio, perchè non desideriamo cose cattive, nè diventiamo idolatri: non mettiamo alla prova il Signore come lo misero alla prova alcuni dei padri.E Gesù riprende l’intervento di Dio che procurò manna e qualglie al popolo nel deserto, e moltiplica pani e pesci per sfamare la gente che lo aveva seguito sul monte. Una lezione che continua: Dio non ci lascia mai soli, ma ci mette sempre nelle condizioni di poter affrontare le nostre difficoltà.
Preghiamo col Salmo
Alla loro richiesta Dio fece venire le quaglie
e li saziò con il pane del cielo.
Spaccò una rupe e ne sgorgarono acque;
scorrevano come fiumi nel deserto.
Così si è ricordato della sua parola santa,
data ad Abramo suo servo.