Rut 1,15-2,3; Sal 51 (52); Est 3,8-13; 4,17i-17z; Lc 1,19-25
«L’angelo gli rispose: “Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo”». (Lc 1, 19-20)
Credere al piano di Dio non è così facile e immediato! Spesso noi pensiamo di credere in Dio e al suo piano, ma secondo il nostro modo di calcolare e ragionare: quello che non rientra nelle nostre misure, diciamo che è impossibile che avvenga, anche se è Dio a proporlo. Zaccaria è il testimone di una fede basata su calcoli umani; dubitando così del piano di Dio, diventa muto. Sono le resistenze che ci rendono “muti”, incapaci di annunciare la vita che palpita dentro la nostra storia, perché Dio non torna indietro rispetto alla parola data. Se noi siamo infedeli, lui però resta fedele. In questi ultimi giorni di attesa prestiamo la nostra attenzione alle sollecitazioni di Dio che ci vuole testimoni del suo amore fedele: diciamogli un sì fiducioso e totale aprendo il nostro cuore e la nostra mente ai suoi innumerevoli segni di speranza che ogni giorno ci mostra. Non opponiamo resistenza a prendere sul serio la vocazione cristiana.
Preghiamo
Tu pastore d’Israele, ascolta,
tu che guidi Giuseppe come un gregge.
Seduto sui cherubini, risplendi
davanti a Efraim, Beniamino e Manasse.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
(dal Sal 79)
[da LA PAROLA OGNI GIORNO – “ALLA SCUOLA DEL FIGLIO” , Avvento e Natale 2017, Centro Ambrosiano]