«Il Csi ha fatto gol, e che bel gol!»: questo l’esordio di Massimo Achini, presidente del Csi Milano, alla presentazione del progetto “Sport Inside”, l’8 novembre nella Sala verde della Provincia di Monza e Brianza. «Mentre il mondo dello sport è impantanato a centro campo, il Csi ha trovato ben 30 società sportive che hanno accolto a braccia aperte cinquanta giovani richiedenti protezione internazionale. Alle nostre società va il primo grazie insieme al Consorzio Comunità Brianza che sta condividendo con noi questa straordinaria avventura e alle istituzioni che ci hanno dato il loro sostegno. Questo è un progetto “uno per uno” – ha continuato Achini – dietro il quale, al di là dell’attività sportiva, vi è una forte tensione educativa. Non ci fermeremo qui, siamo intenzionati a continuare con ancora maggior impegno e determinazione».
Testimonial dell’evento Emiliano Mondonico, che senza mezzi termini si è rivolto ai tanti giovani stranieri che affollavano la sala e che al mister hanno regalato un pallone con i loro autografi: «Ricordate sempre che non è il colore della pelle che fa l’avversario, ma il colore della maglia. Non fatevi mai distrarre da chi non aspetta altro che cogliervi in fallo. Il vostro comportamento corretto e leale sarà la migliore risposta al pregiudizio e alla paura. Voi avete una grande responsabilità, in quanto state aprendo una strada nuova e svolgete un ruolo di apripista nei confronti di coloro che verranno dopo di voi. Guardate negli occhi le tante persone che vi sostengono e che vi circondano e, insieme a loro, andate avanti».
A precedere l’intervento di Achini, il saluto della vicepresidente della Provincia di Monza e Brianza, Concettina Monguzzi, che ha ribadito il pieno appoggio all’iniziativa. Poi la parola è passata a don Stefano Guidi, direttore della Fom: «Attraverso il gioco, l’amicizia e le relazione nate da incontri significativi, è possibile percorrere una strada alternativa alle logiche di paura e di esclusione che oggi, purtroppo, vanno tanto di moda». Chiaro il suo invito agli oratori della Diocesi ad aprirsi a queste esperienze, assumendo un atteggiamento accogliente e di condivisione, restituendo dignità alla persona.
Dello stesso avviso il presidente del Consorzio Comunità Brianza Mario Massimiliano Riva: «Sono orgoglioso della collaborazione tra Consorzio e Csi. Noi ci occupiamo della prima accoglienza, vitto e alloggio. Tuttavia ci sono bisogni altrettanto importanti, come per esempio quello di socializzare e di avere punti di riferimento sul territorio. L’inserimento dei ragazzi nelle società sportive dà una risposta concreta a questi bisogni ed è un volano per quelle buone prassi in grado di contagiare il mondo civile indicando modalità nuove di intervento».
Per illustrare il progetto “Sport Inside” è stata proiettata una clip di quattro minuti. Un concentrato di testimonianze direttamente dai campi di gioco. Tra le tante, le parole di Amidu, Pinzano 87 («quando gioco a calcio mi sento bene») e Salifu, Assosport Desio («mi è sempre piaciuto giocare a calcio da quando ero piccolo… farlo ora mi rende felice»). Fanno eco le parole di Carmelo Perna, allenatore dell’Ascot Triante («prima di essere un allenatore, sono un educatore») e di Gianluca Meneghini, presidente della stessa società («lo sport è naturalmente un processo di inclusione. Lo è perché il linguaggio è universale, non è una lingua lo sport, non è italiano, inglese o ghanese. Quando si è in campo bisogna lavorare tutti insieme per ottenere un risultato».
La finalità del progetto “Sport Inside” emerge dalle parole di Tommaso Castoldi (referente per il Consorzio Comunità Brianza): «Aiutare i ragazzi richiedenti protezione internazionale a integrarsi nelle società sportive del Csi vicine al luogo in cui risiedono e quindi nel territorio ove abitano tutti i giorni. La vicinanza e la quotidianità degli interventi sono le carte vincenti e la garanzia di raggiungere l’obiettivo».
Testimonianze in diretta anche dalla Sala verde della Provincia raccolte da Daniele Redaelli, giornalista della Gazzetta dello Sport, conduttore dell’evento. Dapprima le parole di Diakite, giovane ghanese che, con un sorriso disarmante e poche parole, ha espresso la sua grande felicità nello scendere in campo. A seguire la testimonianza di Andrea Guerra (presidente della Stella Azzurra di Cinisello Balsamo): «È un’esperienza di sport che arricchisce e si trasforma in un’esperienza di vita».
Da segnalare la presenza del sindaco di Desio Roberto Corti e del vicesindaco di Cinisello Balsamo Luca Ghezzi, a garanzia della sensibilità e dell’impegno da parte delle istituzioni del territorio. La sintesi di un pomeriggio ricco e interessante nelle parole dei presidenti di Csi e Consorzio Comunità Brianza: «Non ci fermeremo. Al contrario intendiamo andare avanti affinché sempre più ragazzi possano fare sport e vivere autentiche esperienze di integrazione». A suggellare questo impegno, il protocollo d’intesa firmato nel settembre scorso e un mandato consegnato in maniera simbolica ad Aldo Arosio (presidente Don Bosco Bareggia Lissone) in rappresentanza di tutte le società Csi partecipanti al progetto.