At 1,1-8; Sal 88; Col 4,10-16.18; Lc 10,1-9
Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omega, colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente! (Ap 1)
Oggi è festa di Luca, l’evangelista della fiducia, della pace, della gioia; possiamo dire che è l’evangelista dello Spirito Santo.
Negli Atti degli Apostoli è lui che ha trovato la formula tanto cara alle comunità cristiane: “formare un cuor solo e un’anima sola”. E’ la comunità cristiana, fondata sull’amore di Gesù e anche sull’amore alla povertà: solo persone non attaccate ai beni terreni per amore del Signore possono formare un cuor solo e un’anima sola.
Il vangelo di Luca ce lo rivela pieno di zelo. Soltanto lui riporta l’invio in missione dei settantadue discepoli (gli esegeti pensano che questo sia un numero simbolico e rappresenti le settantadue nazioni dell’universo) e alcuni particolari di questa missione: “Il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi”.
San Gregorio spiega: “Bisogna che i discepoli siano messaggeri della carità di Cristo. Se non sono almeno due la carità non è possibile, perché essa non si esercita verso se stessi, ma è amore per l’altro”. Ci sono dunque molti tesori nell’opera di san Luca e noi possiamo attingervi con riconoscenza, non dimenticando l’aspetto che l’evangelista sottolinea maggiormente: darci tutti al Signore, essere suoi discepoli pronti a portare la croce ogni giorno con lui.
Preghiamo col Salmo
Canterò in eterno l’amore del Signore,
di generazione in generazione farò conoscere
con la mia bocca la tua fedeltà,
perché ho detto: «È un amore edificato per sempre;
nel cielo rendi stabile la tua fedeltà».