Cosa succede a una radio quanto entra negli “anta”? Non ha più lo spirito ribelle degli esordi nell’etere liberato; è cresciuta e consapevole del suo ruolo e servizio: agli ascoltatori, alla realtà diocesana che la esprime e sostiene e al mezzo radiofonico in quanto tale, con il suo linguaggio e le sue regole. E sono anche i valori che Radio Marconi, nel 40° anniversario di fondazione, vuol continuare a esprimere.
Diceva uno slogan degli anni Novanta, quando si decise di mutare la classificazione amministrativa, che la radio aveva una pelle “commerciale”, ma dentro rimaneva comunitaria: nella scelta dei contenuti, nell’essere “cattolica” non per il fatto di trasmettere Messe o eventi religiosi, ma per la scelta dei temi e la chiave di lettura proposta per l’interpretazione di fatti sempre più complessi, propri di un mondo in vertiginoso cambiamento. È una sfida e un impegno quotidiano questo, più che un traguardo raggiunto.
Un altro motivo di apprezzamento crescente è la scelta di trasmettere musica classica dalle 19 alle 7 del mattino successivo sulla frequenza principale e di dedicarle l’intero palinsesto della Radio Marconi 2, che si ascolta nella Milano “allargata” sull’Fm 95.0. Non solo “musica classica di facile ascolto”, ma sempre più programmi di introduzione e guida a un repertorio che non deve rimanere riservato a élites di specialisti e appassionati.
L’amministratore unico Daniele Giudici sottolinea come questo compleanno dell’emittente sia una occasione importante per ricordare la missione e l’attività quotidiana della Radio: «In questi 40 anni molto è cambiato nel contesto nazionale e locale della radiofonia, nelle modalità tecniche di trasmissione e nel modo di fare informazione e giornalismo. Tanti sono stati i collaboratori che hanno contribuito con passione e dedizione alla programmazione e alle trasmissioni, sempre attente alle trasformazioni della comunità ambrosiana».
Negli ultimi anni Radio Marconi ha recuperato anche quote di mercato, trovando sostenitori e nuovi clienti indispensabili per la sostenibilità aziendale. Per questo Giudici ricorda anche tutti i dipendenti, amici, collaboratori, amministratori e professionisti che si sono succeduti e che hanno prestato le loro competenze nell’esclusivo interesse della Radio. «Cosa augurare per i prossimi anni? – si chiede allora -. Che la Radio sia sempre sintonizzata sulla lettura critica e costruttiva delle notizie e che, come azienda, sappia organizzarsi nel mercato radiofonico per rispondere alle importati sfide socio-economiche».