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15 settembre

Comin porta in scena lo spettacolo “Cemento” per un buon vicinato

Un’occasione per riflettere insieme, per scoprirsi buoni vicini di casa, per dire come vogliamo vivere il quartiere e la città

15 Settembre 2017

Venerdì 15 settembre anche Comin sarà tra i protagonisti della Festa del Vicinato promossa dal Comune di Milano attraverso i custodi sociali che collaboreranno all’iniziativa e realizzata con il supporto di Aler e MM Edilizia Popolare -che metteranno a disposizione i cortili nei quali si realizzerà la festa.

La Festa del Vicinato è un’iniziativa nata in Francia e portata avanti a livello europeo. Protagonisti sono i cittadini che abitano i quartieri più periferici della città e che in quest’occasione possono organizzare eventi e proporli all’interno dei caseggiati popolari che ospitano le iniziative.
Quest’anno in Zona 2 le iniziative si terranno – per il secondo anno consecutivo – dalle parti di via Palmanova, e più precisamente nel quadrilatero che comprende via Tarabella, Cesana, Palmanova gestito da MM Edilizia Popolare.
La cooperativa COMIN è attiva dagli anni ‘70 nei settori dell’accoglienza e della coesione sociale. In Zona 2, dove è storicamente radicata, COMIN gestisce il servizio di Custodia Sociale del Comune di Milano e partecipa alla Festa del Vicinato.

All’interno dello stabile di via Cesana ha anche sede l’associazione “Cortili Solidali” che rappresenta il comitato inquilini e durante l’anno offre una serie di servizi, tra i quali lo sportello CAF. “Cortili Solidali” è tra i protagonisti dell’iniziativa insieme alle 4 organizzazioni dell’ATI (associazione temporanea d’impresa) che gestiscono il Servizio di Custodia Sociale del Comune: le cooperative COMIN e CRM, Casa della Carità e Fondazione Arché. Le quattro organizzazioni, insieme all’associazione “Cortili Solidali” e a Base Gaia, che ha appena iniziato a costruire un cohousing in zona, hanno deciso di ospitare all’interno dello stabile di via Cesana uno spettacolo teatrale a conclusione della serata.

Lo spettacolo “tragicomico” – aperto al pubblico e proposto gratuitamente a conclusione della Festa del Vicinato nel cortile di via Palmanova 59 ang. via Cesana – è “Cemento e l’eroica vendetta del letame”, scritto e diretto da Massimo Donati e Alessandra Nocilla (scarica la locandina).

«La location scelta per riflettere sulla dissennata metastasi edilizia e il saccheggio del paesaggio ben si presta a entrare nel clima. Il condominio di via Cesana, all’angolo con via Palmanova, non è certamente l’esempio di edilizia meglio riuscito», spiega Emanuele Bana, presidente di COMIN.
All’evento sono invitati anche gli assessori del comune di Milano al Welfare, alla Sicurezza e Coesione, alla Casa e al Demanio, all’Edilizia oltre al Municipio:

«Ci sembra una bella occasione per fare festa, condividere cultura e riflettere sui temi delle relazioni tra cittadini, della coesione, dello sviluppo della città.
Il Piano di Governo del Territorio determina il futuro di una città -prosegue Bana-. Vivere bene e coltivare rapporti di buon vicinato dipende anche da come costruiamo e da come e dove abitiamo. Governando il territorio possiamo scegliere di tracciare appartenenze o di sancire esclusioni. Il Comune ormai da anni propone la Festa del Vicinato per cui abbiamo motivo di credere che Milano voglia coltivare anche in futuro una vocazione all’inclusione attraverso le sue Politiche Sociali. Ecco quindi che tra le righe “Cemento” parla anche del valore delle relazioni, e quindi di accoglienza e di coesione sociale. Come presidente della Cooperativa COMIN e futuro cohouser di Base Gaia invito tutti i cittadini a godere di questo spettacolo».

Chi siamo
La Cooperativa Sociale COMIN nasce nel 1975 a Milano allo scopo di realizzare interventi educativi a favore di bambini e famiglie in difficoltà. I settori tradizionali dell’accoglienza in comunità e dell’assistenza domiciliare ai minori, nel corso degli anni, sono stati affiancati da interventi di promozione dell’affido familiare, del benessere e della coesione sociale di giovani e famiglie. Particolare attenzione è rivolta agli stranieri. Dal 2002, attraverso il progetto Cassiopea, COMIN si occupa anche di ricongiungimenti familiari.

COMIN, oggi, è articolata in 5 Unità Territoriali [U.T. Milano, U.T. Ovest (Rhodense-Magentino), U.T. Pavese, U.T. Giussano, U.T. Martesana], che rappresentano la Cooperativa in ciascun territorio. Attraverso i suoi interventi, ogni anno, raggiunge oltre 2.000 persone tra beneficiari diretti e indiretti. Per COMIN benessere e disagio devono entrare in contatto e dialogare, alla ricerca comune di soluzioni creative che rispondano alle esigenze della collettività. Occorre, per questo, favorire occasioni d’incontro e relazione, dando vita a contesti comunitari che divengano progressivamente capaci di esprimere solidarietà tanto al loro interno quanto all’esterno.
COMIN conta oltre 200 soci tra lavoratori e volontari, a cui si aggiungono alcuni lavoratori non soci.

Lo spettacolo

È uno spettacolo "tragicomico" scritto e diretto da Massimo Donati e Alessandra Nocilla , con la collaborazione di Giulia Detomati In scena Carlo Ponta regia Eva Martuccicon la collaborazione di Giulia De Tomati Lo spettacolo è stato finanziato dalla Fondazione Cariplo all'interno del progetto "Suoli Condivisi" di Venti Sostenibili in collaborazione con Cooperativa Linus. La trama Tribunale di Bergamo. Sezione Penale. Martino Scarpa, detto Tino, parte dal suo amore per la terra per difendersi dall'accusa di distruzione di escavatori, ruspe e trivelle di proprietà di una società impegnata nella costruzione di un laghetto artificiale per la pesca sportiva. Il processo è concluso, le responsabilità acclarate, rimane soltanto da sentire un’unica volta l’accusato, perché possa finalmente spiegare il suo gesto inaspettato e apparentemente assurdo. Martino prende la parola, non tanto per evitare la pena, ma per ristabilire la verità dei fatti, la sua verità, contraria alle leggi, non al buon senso. E per ristabilirla, occorre fare luce su cosa significa oggi in Italia costruire. Quale perverso meccanismo abbia trasformato tutto il Paese, e più ancora la Pianura Padana, una delle regioni più fertili al mondo, nella terra del cemento. Sul filo della sua vicenda personale, Martino Scarpa, dissotterra e viviseziona con le armi del paradosso e della comicità, il groviglio dei luoghi comuni, di interessi, di impunità e di pubbliche connivenze che hanno prodotto la dissennata metastasi edilizia e il saccheggio del paesaggio di questi ultimi decenni. Con un linguaggio immaginifico e poetico, impasto bastardo di italiano e dialetto, e con la forza di parlar basso e concreto di un cinquantenne tuttofare con la passione filosofica per la bicicletta, Martino Scarpa costruisce, con ironia e sarcasmo, il puzzle complesso delle responsabilità che stanno all’origine del vero atto criminale di cui siamo testimoni assuefatti: la distruzione della bellezza. Cemento prende per mano lo spettatore e lo trascina in un viaggio dal ritmo serrato, attraverso una vicenda personale ispirata a fatti realmente accaduti, che sono lo specchio di un'Italia che non si arrende.