1Gv 1,5-2,2; Sal 148; 1Cor 2,1-10a; Mt 25,1-13
Se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. (1Gv 1,7-8)
La capacità di vivere in comunione tra noi, la possibilità di costruire armonia, collaborazione, persino pace per noi e per il mondo intero (perché no?), dipende dalla capacità di non ingannarci e di non cercare di ingannare, di prediligere il cammino nella luce, nella trasparenza e verità. Sembra invitarci a questa limpidezza, il testo di Giovanni. Gesù ha voluto mostrarci i tratti del volto di Dio, con chiarezza, con evidenza, forse a volte dura e insieme convincente. E noi non possiamo pensare di muoverci con approssimazione, dediti a continui compromessi, nel vano tentativo di annacquare l’Evangelo. È tempo di riconoscere i nostri limiti e i nostri errori; è tempo per rinnovare le nostre buone intenzioni; è tempo in cui accettare la sincera trasparenza, per noi e per tutti, mostrandoci per quelli che siamo, né più né meno, ma con l’appassionata dedizione per il regno di Dio. Allora è così che sarà ancora e sempre tempo per costruire comunione, per favorire la pace, per trasformare il mondo in guerra in un paradiso di festa condivisa. Perché non crederci?
Preghiamo
Signore, mi percuota il giusto e il fedele mi corregga,
l’olio del malvagio non profumi la mia testa,
tra le loro malvagità continui la mia preghiera.
(Sal 141,5)