At 3,17-24; Sal 98; 1Cor 5,7-8; Lc 24,1-12
«Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. […] Bisogna che il Cielo lo accolga fino ai tempi della ricostruzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall’antichità». (At 3,18.21)
Gesù non ha cercato in tutti i modi di evitare la sofferenza, se questa per lui significava rimanere ancorato alla passione e alla cura per la volontà del Padre, cioè il suo amore per l’umanità e il mondo intero. L’ha saputa attraversare con consapevole fiducia, proiettato alla ricapitolazione di tutte le cose, rinnovate sotto lo sguardo di Dio. Questo ha cercato di far comprendere Gesù ai suoi contemporanei, e questo continua a suggerire a noi con il dono del suo Spirito, perché sappiamo aprire lo sguardo al rinnovarsi della terra, anche quando la storia ci presenta tratti di strada duri e difficili, magari incomprensibili e carichi di negatività. La Via di Gesù ci sia di incoraggiante fiducia, e il soffio dello Spirito ci investa con decisione, perché il travaglio non resti tale ma si apra a gioia, già oggi, e poi senza fine. Tutta la storia di fede di Israele lo annuncia, i profeti ne sono stati voce decisa e viva, Gesù lo conferma. E ora spetta a noi.
Preghiamo
Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.
(Sal 113,3-4)