Gb 1,6-22; Sal 118,153-160; Tb 3,7-15; 4,1-3a.20-5,3; Lc 21,34-36
«Forse che Giobbe teme Dio per nulla?» (Gb 1,9)
La prova della fede per Giobbe nasce da questa domanda di Satana, che esplicita due modi molto diffusi di vivere la fede: temere Dio, o farlo per un tornaconto? Temere Dio, sappiamo che non può intendersi come “aver paura”. Però, soprattutto qui a Cuba, dove la fede fa i conti con il sincretismo, ho spesso l’impressione che chi proviene dalle religioni tradizionali e dallo spiritismo faccia un po’ fatica a non aver paura di Dio. Che bello annunciare un Dio Padre misericordioso, un Figlio di Dio che dà la vita per i peccatori! Cambia la fede e cambia la vita. Ma vedo anche il rischio che, come a volte si frequentano le chiese per ricevere aiuti, medicinali, merende o altro, così anche si vivano fede e devozioni per meritarsi o pretendere qualcosa da Dio. Se Dio permette che la vita a volte faccia vacillare o crollare questo modo di vivere la fede, forse dovremmo ringraziarlo.
Preghiamo
Ecco, benedite il Signore,
voi tutti, servi del Signore;
voi che state nella casa del Signore
durante la notte.
Alzate le mani verso il santuario
e benedite il Signore.
(Sal 134,1-2)