La Banca centrale europea (Bce), dopo i suoi interventi di salvataggio e di apertura alla Grecia e alla Banca del Monte dei Paschi di Siena, sembra aver perso la sua caratteristica di organo indipendente e di assumere un ruolo politico senza averne il mandato.
La Banca, creata con lo scopo di mantenere la stabilità dei prezzi e contenere l’inflazione (articolo 111 del Trattato di Roma e articolo 136 delle disposizioni attuali), secondo l‘Organizzazione non governativa anticorruzione, Transparency International, va sottoposta a maggior controllo democratico e deve adottare maggior trasparenza. La Bce infatti ha adottato scelte tecnocratiche, inevitabilmente politiche, che non sono coerenti con la nozione di indipendenza della Banca centrale (articolo 108 del Trattato di Roma e articolo 130 delle disposizioni attuali).
Transparency International ha da ultimo rivolto alcune raccomandazioni alla Banca centrale europea in tema di trasparenza, prevedendo la necessità di un accordo con Eurogruppo e Parlamento europeo, per le procedure di approvazione politica di misure necessarie che superino il mandato indicato dal Trattato, come la politica monetaria straordinaria di questi anni.
Transparency International invita la Bce a riferire la sua posizione nei Consessi internazionali come il Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria; infatti la trasparenza e la chiarezza della comunicazione non sono ancora penetrati del tutto nell’area della vigilanza bancaria, l’altro compito assunto dalla Bce (Regolamento 1024/2013 che disciplina il Meccanismo di vigilanza unico – Mvu – di cui è parte la Bce).
La Bce, che per l’articolo 132 comma 2 delle attuali disposizioni può decidere di pubblicare le sue decisioni, le sue raccomandazioni ed i suoi pareri, negli ultimi anni, ha di fatto adottato alcune misure di apertura, come la pubblicazione delle minute di Consiglio o di quelle delle Agenzie dei propri vertici e l’adozione di principi che governano i rapporti importantissimi e delicati con i mercati finanziari.