Ct 2,8-14; Sal 44 (45); Rm 8,3-13; Lc 1,39-56
Entrata nella casa di Zaccaria, [Maria] salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,40-42).
Dopo gli annunci a Zaccaria e a Maria, differenti ma paralleli, la visita di Maria a Elisabetta sembra essere un semplice epilogo dove i fili narrativi degli episodi precedenti s’intrecciano. Molto più profondamente qui si uniscono i motivi conduttori dei due annunci, ovverosia la fede nella promessa di Dio e l’interpretazione dei segni: l’una e l’altra si fondono insieme. La narrazione insiste sul saluto di Maria a Elisabetta, rivelandone l’importanza. Tuttavia nulla è detto a proposito del contenuto di quelle parole, a sottolineare che al centro sta la persona di Maria più che quanto ha proferito; l’accento va sull’effetto che esse provocano. Il racconto sottolinea il sussulto di Giovanni, lo Spirito Santo che ricolma Elisabetta, la proclamazione a voce alta dell’anziana donna; Elisabetta, poi, affermerà che è stato l’ascolto della voce di Maria a far sussultare Giovanni e che la danza del figlio nel grembo era un segno di gioia; non si è trattato dunque solo del naturale movimento del bambino nel grembo materno (cfr. Gen 25,22), ma di una vera e propria esultanza, motivata dalla presenza del Messia.
Preghiamo
Signore Gesù,
l’incontro di due madri
è diventato il tuo primo incontro con Giovanni Battista
che ha danzato di gioia per te.
La tua presenza ci ricolmi di gioia e di pace.
[da: La Parola ogni giorno. L’esistenza “in Cristo”, Quaresima e Pasqua 2017, Centro Ambrosiano, Milano]