Sono da poco terminati i festeggiamenti e le iniziative per i 30 anni di attività sul territorio e ancora una volta i riflettori sono puntati sul Centro Gulliver di Varese. Questa volta proprio su di lui, don Michele Barban, che il 14 maggio ha compiuto 75 anni e nel prossimo mese di giugno celebrerà i 50 anni di sacerdozio.
Eh sì, perché se il Gulliver è quello che è oggi, lo si deve soprattutto a don Barban. Al suo spirito vulcanico, alla passione per i “suoi ragazzi”, alla tenacia, creatività e intraprendenza che “ci mette”. E a tutto quello che, in questo luogo, ha investito – e ancora investe – in termini di umanità, tempo, energie, sentimenti, pensieri, idee e progetti… per Varese. Sì, perché in tutto quello che ha costruito in questi anni, ha pensato – innanzitutto – al benessere del suo territorio.
Nella filosofia del Centro Gulliver si possono trovare tre parole che, da sempre, sono care a don Michele e che possono riassumerne lo spirito in questi 30 anni. La prima è “stare bene”, che significa “benessere” a 360 gradi, con se stessi e con gli altri. Parola molto collegata alla prima è “relazione”. Ed ecco la terza parola: “insieme”. Molte volte don Michele ha ripetuto alcune frasi per esprimere questo, una fra tutte: “È la comunità che cura”. #Insieme siamo granDi è stato l’hashtag per l’amichevole di calcio della scorsa estate con il Varese Calcio; “Insieme per prenderci cura” titola la campagna del 5×1000 di quest’anno.
Ormai, dopo più di 30 anni, il Centro Gulliver è diventato una risorsa importante. «Molti luoghi e molte iniziative del Gulliver – dice don Michele Barban – sono pensati come opportunità per tutto il territorio. Penso alla ricca stagione culturale del Teatro Santuccio, o ancora all’Isolino Virginia che, con la bella stagione, sarà meta di gite e sede di eventi musicali, o al nostro consultorio Familia Forum che propone percorsi di sostegno psicologico, o al nostro Servizio Formazione che, negli ultimi anni, ha formato decine di persone abilitandole ad una professione socio sanitaria, o ancora, al nostro progetto “Oasi del Parco” e alle intenzioni che abbiamo di recuperare la sentieristica all’interno del Parco del Campo dei Fiori creando un percorso-vita fruibile da tutti… Crediamo molto nel Centro Gulliver come realtà inserita in un territorio, in un’ottica di apertura. Apertura ai cittadini, alle famiglie, ma anche alle scuole, alle Istituzioni, all’Università, alle associazioni… Apertura alle aziende con le quali stiamo sviluppando importanti progetti di Responsabilità sociale d’impresa, apertura agli stimoli ed alle opportunità che ogni giorno ci si presentano».
Come nelle migliori tradizioni, i dipendenti del Centro Gulliver hanno organizzato una “cena a sorpresa” per il loro “presidente”, ieri, 15 maggio, al Collegio De Filippi, luogo particolarmente caro a don Barban, che di questa struttura è stato rettore dal 2001 al 2007.
“Ricordiamo il passato, raccontiamo il presente e progettiamo il futuro”: questo il titolo della serata. Sono state invitate tante persone care a don Michele appartenenti al territorio: le autorità, i rappresentanti delle Istituzioni, i fornitori storici del Gulliver, i membri del Consiglio di amministrazione, le persone che in questi anni sono state “amiche” e hanno sostenuto progetti ed iniziative, prima fra tutti la Fondazione Eurojersey.
In tanti per festeggiare don Michele. Anche “due testimoni” di eccezione: Maurizio Sacchi, imprenditore della Sacchi S.p.A., e Massimo Folador, amico e partner di lunga data del Centro Gulliver, scrittore, formatore e consulente aziendale. Entrambi promotori di una visione di impresa al servizio del bene comune.
Il ricavato della cena è stato destinato alle comunità della casa Nuovi Orizzonti di Cantello per la campagna “Non restare im…mobile”, per rinnovare l’arredo della Casa, con l’obiettivo di regalare agli ospiti delle camere più belle, accoglienti e sicure. Per tutto il 2017 sarà infatti attiva questa campagna di raccolta fondi che, con diverse iniziative ed eventi, cercherà di coinvolgere privati ed aziende del territorio varesino e lombardo.