Fino al 17 marzo 2013, Palazzo Reale di Milano ospita la mostra Costantino 313 d.C., progettata e ideata dal Museo Diocesano di Milano e curata da Gemma Sena Chiesa e Paolo Biscottini.
L’iniziativa è promossa e prodotta da Comune di Milano – Cultura, Moda, Design, Palazzo Reale, Museo Diocesano di Milano e la casa editrice Electa, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma, l’Arcidiocesi di Milano e l’Università degli Studi di Milano.
L’evento è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e della Segreteria di Stato del Vaticano, con il Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, il Patronato della Regione Lombardia e il Patrocinio della Provincia di Milano. La mostra è realizzata con il sostegno della Fondazione Bracco.
«Questa mostra rivela come Milano sia stata, oltre che la capitale politica e amministrativa di un impero, anche un riferimento etico e culturale – ha detto l’assessore alla Cultura Stefano Boeri –. Milano, in quel preciso momento storico, ha saputo mostrare al mondo la propria profonda civiltà attraverso l’apertura ad ogni espressione di fede e alla tolleranza religiosa in un tempo in cui barbarie e intolleranza parevano regnare più sovrane dell’autorità imperiale».
L’esposizione celebra l’anniversario della emanazione nel 313 d.C. dell’“Editto di Milano”, da parte dell’imperatore romano d’Occidente Costantino e del suo omologo d’Oriente, Licinio. Con esso il Cristianesimo, dopo secoli di persecuzioni, veniva dichiarato lecito e si inaugurava così un periodo di tolleranza religiosa e di grande innovazione politica e culturale. Il rescritto, infatti, riportava: Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto abbiamo risolto di accordare ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità.
Dopo Milano, la mostra proseguirà a Roma dal 27 marzo al 15 settembre 2013 nelle sedi del Colosseo e della Curia Iulia.
Il percorso espositivo in Palazzo Reale si articola in sei sezioni che approfondiscono con più di 200 preziosi oggetti d’archeologia e d’arte, tematiche storiche, artistiche, politiche e religiose: dalla Milano capitale imperiale, alla conversione di Costantino, ai simboli del suo trionfo. Sono evidenziati i protagonisti dell’epoca, l’esercito e i suoi armamenti, la corte, i preziosi oggetti d’arte e di lusso.
Una importante sezione della mostra è dedicata a Elena, madre di Costantino, imperatrice e santa, per mettere in risalto la singolarità di questa figura femminile all’interno della corte imperiale e della storia della Chiesa.
Il visitatore è introdotto nella definizione della nuova forma urbana di Milano (Mediolanum), ricca città di provincia, assurta al ruolo di capitale d’Occidente e resa di fatto una delle capitali dell’impero assieme a Nicomedia, residenza di Diocleziano, e alle sedi dei due Cesari, Costanzo Cloro a Treviri e Galerio a Sirmio.
Grazie a una cospicua documentazione archeologica, continuamente arricchita dall’attività di scavo e di ricerca intensificatasi negli ultimi decenni, vengono presentati i risultati, alcuni ancora inediti, degli ultimi rinvenimenti della città di Massimiano, Costantino e dei suoi successori.
Attraverso reperti e ricostruzioni, si potrà fare un ideale viaggio nella Milano imperiale; dal Palatium, edificio polifunzionale destinato ad accogliere non solo la sede dell’imperatore ma anche quella della complessa burocrazia e che doveva occupare tutta la parte nordovest della Milano romana, si passerà alle grandiose terme, identificabili tra gli odierni Corso Vittorio Emanuele e via Larga, al quartiere di piazza Meda, ricco di edifici privati, alla necropoli dell’area di Sant’Eustorgio, e ad altre zone della città.
Una parte consistente dell’itinerario espositivo verrà riservato alla rivoluzione politica e religiosa operata da Costantino, dando fine alle persecuzioni contro i cristiani, e ponendo sulle sue insegne militari la croce nella forma sintetica e crittografica del Chrismon, un simbolo grafico che univa le due lettere iniziali greche del nome di Cristo. Costantino adottò questo emblema durante la battaglia di Ponte Milvio del 312, in cui sconfisse Massenzio, che gli contendeva il titolo di Augusto d’Occidente, forse più per ragioni di opportunità politica che per affermare il proprio avvicinamento personale alla religione di Cristo.
La storia di Costantino si intreccia con la leggenda che presto sorse intorno alla sua figura. Alcune fonti – da Eusebio di Cesarea, a Lattanzio, ai panegirici, ad altri – descrissero la visione di Costantino (in hoc vinces) e paragonarono la vittoria del 312 al passaggio del Mar Rosso di Mosè. Questo parallelismo è esemplificato in mostra da una serie di frammenti e di rilievi.
Il tempo della tolleranza religiosa, proclamata nel 313, si evidenzia attraverso la persistenza di diverse religioni nell’impero costantiniano e dei suoi successori, mediante l’uso di iconografie cristiane e pagane in oggetti d’arte di destinazione ufficiale o privata, come il rilievo in marmo di Iupiter Dolichenus e altre divinità, la statua in marmo di Iside Fortuna, la statuetta in marmo di Eracle, tutti dai Musei Capitolini di Roma, o preziosissime gemme magiche.
L’esposizione considera attentamente anche le tre istituzioni che furono protagoniste dell’età di Costantino: l’esercito, la chiesa e la corte imperiale. Vengono così presentati i principali protagonisti del grande cambiamento storico e culturale seguito all’editto del 313. Ritratti, monete e oggetti documentano il nuovo aspetto pubblico dell’imperatore, della corte, dei grandi funzionari, dell’esercito, della Chiesa e dei suoi vescovi fino ad Ambrogio, che renderà la sede vescovile ambrosiana la più importante dell’Occidente.
Numerosi oggetti d’arte e di lusso appartenuti a personaggi dell’élite dell’impero o destinati alle chiese, tutti di inestimabile valore, testimoniano il passaggio, avvenuto nel corso del IV secolo, del cristianesimo da devozione lecita privata a una dimensione pubblica e ufficiale e, infine, a unica religione dell’Impero. Preziose gemme e cammei di corte, argenterie da mensa e liturgiche, gioielli in oro (bracciali, pendenti “monetali”, fibule auree) consentiranno di tracciare un quadro vivace del fasto che caratterizzava la vita della corte e la devozione verso la Chiesa.
La vicenda del ritrovamento della Vera Croce di Cristo, da parte di Elena, madre di Costantino, nel IV sec. d.C. è oggetto di uno specifico approfondimento che comprenderà ricostruzioni delle basiliche fatte edificare dalla stessa Elena nella città santa e la loro rappresentazione su oggetti liturgici, nonché testimonianze dell’uso dei chiodi della Santa Croce nell’elmo di Costantino e nelle briglie del suo cavallo per mettere l’imperatore sotto la protezione divina.
La mostra si chiude con una ricca rassegna di documenti e dipinti di straordinaria preziosità che ricordano la santa imperatrice dall’età bizantina al Rinascimento, dalle pergamene del IX secolo ai quadri di grandi artisti del Rinascimento che testimoniano il culto trionfale della Croce, indissolubilmente legato alla scelta operata da Costantino nel 313 a Milano.
Le varie sezioni contengono opere provenienti da numerosi musei e istituzioni pubbliche, sia italiani che stranieri. Dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, ad esempio, giungerà, fra l’altro, un anello con il Chrismon, dal Victoria & Albert Museum di Londra, un raro frammento di stoffa ricamata con il Chrismon pervenuta a noi dal V secolo.
I Musei Capitolini di Roma hanno concedesso in prestito la celebre statua di Elena seduta, che lascia Roma per la prima volta, il British Museum di Londra un pendente in oro con moneta di Costantino e bustini in rilievo, la Bibliothèque Nationale di Parigi il prezioso cammeo del IV secolo considerato rappresentare il trionfo di Licinio ma forse da attribuire proprio a Costantino trionfante.
Tra i dipinti rinascimentali che si ispirano alla leggenda di Elena e al rinvenimento della Croce a Gerusalemme, è da ricordare la Sant’Elena di Cima da Conegliano della National Gallery di Washington.
Fondazione Bracco ha curato inoltre con Electa una pubblicazione dedicata alla straordinaria personalità di Elena, che ottenne il titolo più alto cui un donna potesse aspirare:quello di “Augusta”.
La mostra è realizzata con il contributo del Gruppo bancario Credito Valtellinese e di Intesa Sanpaolo / progetto Restituzioni, Poste Italiane/Poste Vita, Open Care – Servizi per l’arte. Media partner dell’iniziativa è il Corriere della Sera. Il catalogo è edito da Electa