Senza i giovani avremo «una Chiesa da museo, bella ma muta, con tanto passato e poco avvenire». Sono parole di papa Francesco, che don Armando Matteo aveva anticipato fin da quando, nel 2010, pubblicò il libro La prima generazione incredula, in cui denunciava, senza troppi giri di parole, la crisi di una Chiesa che stava perdendo il contatto con i nati dopo gli anni Ottanta. Poi, nel 2012, con La fuga delle quarantenni, aveva puntato i riflettori sull’emergente «difficile rapporto» delle donne con la Chiesa, che, invece, tradizionalmente erano lo zoccolo duro dei fedeli. I libri, entrambi pubblicati da Rubbettino, erano stati tacciati di pessimismo. Ma più passa il tempo, più trovano conferma nei fatti, in particolare dopo l’accelerata a tutti i fenomeni sociali impressa dalla crisi del Covid: in molte chiese si vedono quasi solo teste grigie e anche gli oratori e le associazioni, salvo interessanti eccezioni, fanno fatica a mantenere proposte diffuse di cammini di fede per adolescenti e giovani.
Incarico in Vaticano
Don Matteo nel frattempo è stato nominato segretario per la sezione dottrinale del Dicastero per la dottrina della fede presso la Santa Sede e di recente ha pubblicato un nuovo libro che compie un passo avanti, perché tenta di proporre soluzioni per tornare a incontrare la «prima generazione incredula». S’intitola Riportare i giovani a Messa (Ed. Ancora). Proprio da quel libro prende le mosse un incontro organizzato a Milano sabato 11 febbraio alle 17 dall’Azione cattolica ambrosiana e dalla Cordata educativa (Missione possibile), il coordinamento di associazioni, movimenti e uffici della diocesi che hanno deciso di lavorare insieme per rispondere all’emergenza educativa post-pandemia.
Il programma
«Ma ci credi davvero? La sfida di essere giovani cristiani oggi» è il titolo dell’appuntamento in cui, dopo il saluto di monsignor Franco Agnesi, Vicario generale dell’arcidiocesi di Milano, don Armando Matteo dialogherà con i presenti a partire dalle domande che gli saranno poste da alcuni giovani dell’Azione cattolica. Secondo don Matteo, il problema non sono i giovani, ma gli adulti, perché anche nella Chiesa si è insinuata la «sindrome di Peter Pan» per cui gli adulti non riescono a testimoniare come la vita matura, fatta di responsabilità e dono di sé, sia bella e desiderabile.
L’iniziativa è rivolta ad adulti e giovani, catechisti, educatori, responsabili d’oratorio e membri dei consigli pastorali. «La riflessione riguarda la qualità della relazione educativa vissuta dagli adulti nei confronti dei più giovani – spiega don Stefano Guidi, direttore della Fondazione oratori milanesi, che fa parte della Cordata educativa -. Da questa dipende anche la possibilità dei nostri giovani di trovare ragioni di speranza per vivere pienamente la loro vita».
L’incontro, nel Centro diocesano di via Sant’Antonio, 5 a Milano, terminerà alle 19 con un’“apericena” per la quale è necessario prenotarsi a questo link