Sabato 21 giugno, alle 11, nella Cappella feriale del Duomo, saranno benedette due vedove, Amalia Sabbatini e Maria Pitasi. E’ un rito che si ripete da diversi anni nella nostra Chiesa, dai tempi del Card. Martini: non fa tanto notizia anche perché il drappello dell’Ordo Viduarum è di solo poche decine di persone.
Eppure non dovrebbe passare sotto silenzio. Già nel Primo Testamento la vedova è l’emblema di donna debole, da sostenere, in sintonia con le preferenze di Jahvè.
Nel Vangelo, negli Atti e nelle Lettere apostoliche, poi, questa è una categoria significativa nel dare volto alla sensibilità e solidarietà fraterna della Comunità Cristiana.
Oggi queste sorelle testimoniano la radicalità dell’amore a Cristo, che riempie il cuore, come terreno fecondo per la qualità alta della vita cristiana: tra l’altro avendo appreso questo in più di dedizione, anche attraverso l’esperienza di un amore umano, quello del marito. Per tale motivo queste persone scelgono di non contrarre nuovo matrimonio.
Eppure sanno e ritengono vivi, da circondare di affetto i loro sposi e da invocare, nella gloria. Insieme non si sottraggono alle incombenze e al nutrire d’amore i figli e le loro famiglie. Anzi portano nel cuore una speciale attenzione e cura per ogni coppia e comunità domestica perché brilli della fedeltà e dell’intensità dell’Amore, dono di Dio.
Così come, in rapporto all’intera comunità Cristiana sono pronte al ministero della consolazione, a coltivare relazioni per “una vita buona”, a dare particolari servizi, in rapporto alle possibilità e all’età di ciascuna.
E’ per questo che alle due sorelle prescelte Amalia e Maria va il nostro augurio orante con il desiderio che anche questo fiore – vocazione e carisma – profumi e renda più bella la Chiesa Diocesana.
Ordo Viduarum
Il 21 giugno la Benedizione
di due vedove in Duomo
Un gesto da non disattendere