Sonia Mondonico è una delle tante Ausiliare diocesane che svolgono il loro impegno pastorale in parrocchia. Dopo Mazzo di Rho e Limbiate, otto anni fa è approdata a San Donato Milanese, dove vive in comunità con altre due Sorelle: Terry lavora a Sesto Ulteriano, città di San Giuliano, e Rosaria è volontaria a Milano presso la Fondazione Carlo Maria Martini.
«Nella parrocchia centrale di San Donato mi occupo un po’ di tutto», taglia corto Sonia. Aiuta don Roberto in oratorio, segue i Gruppi medie, adolescenti e 18enni, ma anche l’Iniziazione cristiana e le catechiste e lavora con gli adulti nel Gruppo famiglia: una ventina di coppie medio-giovani (non superano i 45 anni) con figli, si incontrano un sabato al mese, dalle 17 alle 21, compresa la cena. «Quest’anno abbiamo utilizzato alcune schede sull’Amoris Laetitia – spiega -. A turno ogni coppia si incarica di preparare l’incontro, quindi ci troviamo prima, mentre con gli adolescenti organizzo l’animazione per i bambini, sullo stile dell’Animatema della Cei». In questo modo i genitori possono partecipare serenamente al loro incontro sapendo che i figli sono in buone mani e si divertono.
Sonia si occupa anche della formazione delle catechiste, «ma coinvolgiamo molto anche i genitori, come ha suggerito il Vescovo, ci crediamo tanto». Il catechismo dei bimbi si svolge il sabato mattina, dalle 10.30 a mezzogiorno, «unico momento tranquillo, perché durante la settimana a San Donato fanno di tutto e di più. Si tiene ogni 15 giorni, così i genitori hanno anche dei sabati liberi». Il Gruppo giovani in parrocchia non c’è ancora, il cambio di coadiutore prima che arrivasse Sonia ha portato a una «diaspora» e solo da quest’anno si è creato un nucleo di 19enni. «Con gli adolescenti e i 18enni – dice l’Ausiliaria – seguiamo i percorsi proposti dalla Diocesi con la catechesi una volta alla settimana».
L’anno scorso Sonia ha festeggiato 25 anni di consacrazione. «La mia è una vocazione adulta – spiega -. Prima mi sono laureata in Scienze naturali e ho studiato Etologia, poi nella mia parrocchia di Lesmo il parroco invitava i giovani ad andare in missione e io sono stata un mese in Tanzania, dove ho iniziato a ripensare alla mia vita. Mi sentivo molto “vicina” a quello che facevano i sacerdoti, quindi non pensavo alle suore classiche, perché a me piaceva stare in parrocchia e lavorare con la gente come donna tra le donne. E così mi sono messa a cercare e ho scoperto che esistevano le Ausiliarie. Lì mi sono ritrovata, perché sono un po’ allergica al ruolo, all’abito… Io voglio semplicemente essere donna consacrata, che ha scoperto l’amore del Signore e cerca di testimoniarlo alle persone che incontra».