Saranno mesi difficili, i prossimi. Le prospettive per la nostra economia non sono certamente capaci di generare segnali positivi e trend di recupero. Non solo. La ripresa, quando ci sarà, sarà lenta e debole. Lo dicono gli esperti del Fondo Monetario che hanno previsto per i prossimi due anni, ancora prospettive di recessione.
Come tradurre, nel concreto, questo fenomeno caratteristico della macroeconomia. Parliamo di recessione quando la produttività lorda nazionale, il Pil, è largamente inferiore alla produttività che si avrebbe sfruttando in maniera efficace tutte le risorse produttive a disposizione del territorio. E gli effetti della recessione, sia sul piano finanziario sia su quello dei consumi, sono effetti che pesano: aumento dell’inflazione, e quindi aumento generalizzato dei prezzi, calo della domanda di beni e servizi. Sono i segni del nostro tempo, così ben tratteggiati dal cardinal Tettamanzi nei suoi recenti interventi.
Sono i segni che, come dice l’Arcivescovo, ci fanno riflettere sul fatto che «l’etica – e il primo valore etico è il rispetto della persona in tutte le sue dimensioni – non è un’aggiunta all’economia, ma ne è il fondamento. Sempre quando si calpesta l’etica sulla breve o lunga distanza a pagarne le gravissime conseguenze sono l’uomo, la società, la natura e l’economia stessa».
L’interesse generale
Con la crisi finanziaria internazionale e la grave recessione che colpisce ampia parte del mondo, la politica economica – in Italia come in Europa, negli Stati Uniti come a livello globale – si troverà ad assumere un ruolo essenziale per governare l’economia, regolamentare i mercati, guidare i comportamenti di banche e imprese. È il ritorno della politica, che deve fondarsi su valori condivisi – il benessere, l’equità, la sostenibilità ambientale -, perseguire un interesse generale, tutelare diritti e controllare l’economia.
Quali risposte attendersi allora? Sarà possibile immaginare e pensare a un sistema in cui siano le regole a dettare la governance e non le logiche della speculazione? Sarà possibile immaginare e pensare a un sistema economico in cui trovino spazio azioni mirate per limitare la recessione: un piano di investimenti serio per incentivare le "piccole opere" di tutela del territorio, per migliorare scuole e servizi sanitari pubblici, sistemi di trasporto urbano; un piano di costruzione e ristrutturazione di abitazioni di proprietà pubblica, da assegnare in affitto, con prezzi controllati, a giovani e famiglie e basso reddito; incentivi pubblici a investimenti privati in energie rinnovabili e attività sostenibili dal punto di vista ambientale. Sarà possibile immaginare e pensare nel concreto un sistema capace di ridistribuire le risorse e ridurre le disuguaglianze?
Tutte azioni, queste, capaci di limitare, perlomeno, la recessione in atto. Nel nostro piccolo, con gli strumenti della finanza etica, e con i fondi Valori Responsabili che gestiamo e promuoviamo, ci stiamo provando. L’altra economia, per crescere, ha bisogno anche di piccoli gesti concreti.
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