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Gen 37, 2a-b;39, 1-6b; Sal 118,121-128; Pr 27,23-27b; Mc 8, 27-33

14 Marzo 2016

 

LUNEDÌ DELLA V SETTIMANA DI QUARESIMA

 

 

GENESI

Lettura del libro della Genesi 37, 2a-b; 39, 1-6b

 

Questa è la discendenza di Giacobbe. Giuseppe all’età di diciassette anni pascolava il gregge con i suoi fratelli.

Giuseppe era stato portato in Egitto, e Potifàr, eunuco del faraone e comandante delle guardie, un Egiziano, lo acquistò da quegli Ismaeliti che l’avevano condotto laggiù. Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone. Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva. Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi. Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna. Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava.

 

 

SALMO

Sal 118 (119), 121-128

 

    ®    Beato chi cammina nella legge del Signore.

 

Ho agito secondo giudizio e giustizia;

non abbandonarmi ai miei oppressori.

Assicura il bene al tuo servo;

non mi opprimano gli orgogliosi. ®

 

I miei occhi si consumano nell’attesa della tua salvezza

e per la promessa della tua giustizia.

Agisci con il tuo servo secondo il tuo amore

e insegnami i tuoi decreti. ®

 

Io sono tuo servo: fammi comprendere

e conoscerò i tuoi insegnamenti.

È tempo che tu agisca, Signore:

hanno infranto la tua legge. ®

 

Perciò amo i tuoi comandi,

più dell’oro, dell’oro più fino.

Per questo io considero retti tutti i tuoi precetti

e odio ogni falso sentiero. ®

 

 

PROVERBI

Lettura del libro dei Proverbi 27, 23-27b

 

Figlio mio, / preòccupati dello stato del tuo gregge, / abbi cura delle tue mandrie, / perché le ricchezze non sono eterne / e una corona non dura per sempre. / Tolto il fieno, ricresce l’erba nuova / e si raccolgono i foraggi sui monti; / gli agnelli ti danno le vesti / e i capretti il prezzo per comprare un campo, / le capre ti danno latte abbondante per nutrire te, / per nutrire la tua famiglia.

 

 

VANGELO

Lettura del Vangelo secondo Marco 8, 27-33

 

In quel tempo. Il Signore Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».