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Sir 44, 1; 49, 8-10; Sal 104; Mc 5,1-20

S. Tommaso d'Aquino

28 Gennaio 2016

 

GIOVEDI DELLA SETTIMANA DELLA III DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

 

 

Lettura

Lettura del libro del Siracide 44, 1; 49, 8-10

 

Facciamo ora l’elogio di uomini illustri,/ dei padri nostri nelle loro generazioni./ Ezechiele contemplò una visione di gloria,/ che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini./ Si ricordò dei nemici nell’uragano,/ beneficò quanti camminavano nella retta via./ Le ossa dei dodici profeti / rifioriscano dalla loro tomba,/ perché essi hanno consolato Giacobbe,/ lo hanno riscattato con la loro confidente speranza.          

 

Salmo

Sal 104 (105)

 

   ®    Proclamate fra i popoli le opere del Signore.

 

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,

proclamate fra i popoli le sue opere.

Gloriatevi del suo santo nome:

gioisca il cuore di chi cerca il Signore.

Cercate il Signore e la sua potenza,

ricercate sempre il suo volto. ®

 

È lui il Signore, nostro Dio.

Si è sempre ricordato della sua alleanza,

dell’alleanza stabilita con Abramo

e del suo giuramento a Isacco.

L’ha stabilita per Giacobbe come decreto,

per Israele come alleanza eterna. ®

 

Disse: «Ti darò il paese di Canaan

come parte della vostra eredità».

Quando erano in piccolo numero,

pochi e stranieri in quel luogo,

non permise che alcuno li opprimesse

e castigò i re per causa loro:

«Non toccate i miei consacrati,

non fate alcun male ai miei profeti».  ®

 

Vangelo

Lettura del Vangelo secondo Marco 5,1-20

 

In quel tempo. Il Signore Gesù e i discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare.

I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.