At 7,55-8,1a; Sal 30(31); Gv 6,22-29
“…voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. (Gv 6, 26)
Come il Maestro così il discepolo. Probabilmente Stefano pronuncia il Nome sacro e i giudei, gridando, si turano gli orecchi per non udirlo. Stefano vede l’invisibile (Eb 11,27) la gloria dell’Eterno e del Figlio d’uomo (Dn 7,9-14; Ap 1,12-20; Mc 14,61-65). Anche nel vangelo di ieri Gesù pronunciava il nome sacro mentre camminava sul mare. Così manifesta chi è veramente. Lui che sazia la fame della folla, che cammina sulla tempesta è il Dio della pasqua; è venuto per compiere la pasqua definitiva. Non è la sazietà che rimprovera alla folla; lui stesso li ha saziati nella divisione dei pani. Non vuole vederci morire di stenti! Il suo pane non può non avanzare, il suo vino è abbondante, il profumo della sua sepoltura sarà esagerato e costoso (Gv 2,1-11;12,1-8; 19,39). Non è la sazietà il problema, bensì le conclusioni che ne tiriamo. Essa è un segno, non il criterio. L’opera di Dio sorpassa le mie attese. Il “bisogno” è una misura insufficiente, un metro troppo corto.
Preghiamo
Sul tuo servo fa splendere il tuo volto,
salvami per la tua misericordia.
Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono.
(dal salmo 30)