Gen 17,18-23.26-27; Sal 118 (119); Pr 6,6-11; Mt 5,38-48
Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano. Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste. (Mt. 5,43-44.48)
Il mero compimento della legge rivela una fede di compravendita: non è una fede che salva. I suoi frutti saranno aspri, meschini e mediocri.
Gesù ci conduce oltre, lontano: “Siate perfetti, perché perfetto è il Padre vostro”. Non ci sta invitando all’eccellenza nel disimpegno professionale. Si tratta di quella perfezione che esprime la misura dell’amore del Padre.
La nostra vita, le relazioni nella nostra società attuale sono tropo spesso segnate della meschinità, frutto del calcolo, dell’interesse egoistico. Da qui – America latina, sud del mondo – si vedono meglio i frutti di morte: tremende ingiustizie, disuguaglianze, esclusioni, estrema e generalizzata violenza. E i semi vengono anche da molto lontano! La fede che ci viene dal pozzo, che ci è data e che ci salva è capace di generare in noi e intorno a noi la perfezione del padre, la perfezione dell’amore: il dare generoso e incondizionato… persino al nemico giunge l’abbraccio che toglie terreno alla vendetta.
Preghiamo
Converti, o Padre, i nostri cuori e donaci di essere interamente votati alla tua lode nella ricerca di te, unico bene, e nell’esercizio operoso della carità.
(dalla liturgia)