At 5,12-21a; Sal 33(34);Rm 6,3-11; Lc 24,13-35
“Resta con noi…”. (Lc 24,29)
Spesso si dice che la sofferenza avvicina a Dio. Non vorrei fare il sofista, ma le Scritture sembrano invertire questa prospettiva, rimettendo al posto giusto gli attori. E’ Dio che si avvicina a noi nella nostra sofferenza. Non è esattamente la stessa cosa. Per tutto il vangelo Gesù viene seguito, dai discepoli, nel suo cammino verso la croce. Adesso che è risorto è lui che si mette sulle orme dei suoi discepoli ormai spenti e delusi, disperati. Le Scritture spiegano la vicenda di Gesù, e la vicenda di Gesù spiega le Scritture: alla sua luce vediamo la luce (Sal 36,10). Nel suo farsi vicino a noi, soprattutto quando fuggiamo, il Risorto ci parla e spezza il pane. A queste tre azioni corrispondono le nostre reazioni: il cuore si incendia, gli occhi guariscono, le gambe riprendono a camminare, questa volta nella direzione giusta. In Gesù, Dio si è avvicinato alla nostra sofferenza, ci ha raggiunto fin nelle nostre sepolture per essere intimamente unito a noi nel più profondo. “Resta con noi”. Questa preghiera è esaudita da ora e per sempre.
Preghiamo
L’angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia.
(dal salmo 33)