At 5,26-42; Sal 33(34); Col 3,1-4; Lc 24,36b-49
“Sono proprio io! Toccatemi e guardate…”. (Lc 24,39)
“Mentre essi parlavano di queste cose Gesù in persona stette in mezzo a loro”. I discepoli non stanno chiacchierando o dissertando di teologia. Stanno raccontando, gli uni gli altri, gli avvenimenti sconvolgenti di quei giorni. Stanno già parlando la “Parola”: il Crocifisso è veramente risorto! “Toccatemi e guardate”, così dice loro Gesù. Paolo dirà: “cercate le cose di lassù”. I discepoli, ancora quasi in lutto e spaventati, si trovano di fronte l’indicibile, lo guardano e lo toccano (1Gv 1,1-4). Vivono questa esperienza per poter testimoniare pienamente, vivono ciò che non può non essere al centro dei desideri del nostro cuore: toccare Dio, il suo Figlio risorto. Nel dire “cercate le cose di lassù, rivolgete il pensiero alle cose di lassù”, Paolo non contraddice il desiderio di Dio, le parole di Gesù nel Padre nostro:”come in cielo così in terra”. Anzi. E’ proprio della logica dell’Incarnazione che il Cielo si effonda pienamente sulla Terra. Di fatto questa Terra brucia per mancanza di Cielo.
Preghiamo
O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.
(dal salmo 62)