Gen 25,19-26; Sal 118 (119),89-96; Pr 22,17-19.22-25; Mt 7,1-5
Figlio mio, porgi l’orecchio e ascolta le parole dei sapienti, applica la tua mente alla mia istruzione: ti saranno piacevoli se le custodirai nel tuo intimo, se le terrai pronte sulle tue labbra. Perché sia riposta nel Signore la tua fiducia, oggi le faccio conoscere a te. (Pr 22,17-19)
Proprio bella questa passione educativa del sapiente autore del libro dei Proverbi: è animato da un vivo desiderio di comunicare a chi è più giovane ciò che la vita e la riflessione hanno insegnato; e questo perché chi è più giovane possa trovare gioia e senso nel riporre in Dio la sua fiducia. Abbiamo bisogno di educarci reciprocamente ad incontrare o a ritrovare tale fiducia. E abbiamo bisogno di rafforzare o di ricostruire il filo della comunicazione viva della fede: trasmettere il dono ricevuto, perché altri possano condurre una vita segnata dalla stessa gioiosa certezza. La testimonianza cristiana non nasce da un vacuo desiderio di rendere gli altri uguali a sé, ma dal desiderio che sia veramente piacevole la loro vita.
Preghiamo
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza;
io spero in te tutto il giorno.
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
(dal Salmo 25)