Gen 17,9-16; Sal 118 (119),57-64; Pr 8,12-21; Mt 6,7-15
Io, la sapienza, abito con la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Temere il Signore è odiare il male: io detesto la superbia e l’arroganza, la cattiva condotta e la bocca perversa. (Pr 8,12-13)
Forse siamo troppo tiepidi di fronte al male. Forse rischiamo ogni giorno di lasciare spazio ad assuefazione o a timida accettazione di ciò che fa male all’umanità e al mondo. Forse potremmo alzare la voce qualche volta in più, ribellarci all’ingiustizia con più coraggio, e manifestare con più chiarezza la nostra indignazione. Il male deve conoscere la nostra opposizione, le strutture di peccato non devono avere la nostra copertura, né contare sulla nostra colpevole indifferenza. A volte prevalgono paura, insicurezza, o anche interesse personale: e il mondo può così continuare più speditamente la sua corsa lontano dal luminoso disegno di Dio. Anche con il nostro contributo d’omissione…
Preghiamo
Non sopporterò davanti ai miei occhi azioni malvagie,
detesto chi compie delitti: non mi starà vicino.
Lontano da me il cuore perverso,
il malvagio non lo voglio conoscere.
Chi calunnia in segreto il suo prossimo
io lo ridurrò al silenzio;
chi ha occhio altero e cuore superbo
non lo potrò sopportare.
(dal Salmo 101)