MARTEDì 3 MAGGIO
At 1,12-14 / Sal 18 (19); 1 Cor 4,9-15; Gv 14,1-14
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore». (Gv 14, 1-2a)
Gesù non abbandona mai i suoi, torna al Padre per preparare loro una casa accogliente, così che quella comunione creata sulla terra trovi la sua pienezza nei cieli. È suggestivo che Gesù usi l’immagine della casa per parlare dell’eternità. Essa, infatti, è l’immagine che più di ogni altra evoca il calore degli affetti e l’intimità della comunione. Gesù tiene così tanto a noi da non volersi distaccare; Gesù compie fino in fondo la missione del Padre che gli affida i suoi figli e non vuole che vadano perduti. E lui non li perderà.
Non solo ci prepara una dimora nella sua casa ma ci indica anche la strada per raggiungerla: lui stesso è la via, come pure la verità e la vita. Per abitare l’eternità di Dio ed essere per sempre in comunione con lo splendore della Trinità occorre seguire lui, la sua parola, il suo esempio. Non si tratta solo di trovare la strada per fare della vita una vita riuscita, per giocarcela bene, si tratta di seguire lui per contemplare il volto stesso di Dio. In Gesù il volto del Padre si è manifestato al mondo.
Preghiamo
Accoglici Signore nella tua casa,
mostraci sempre il tuo volto
perché i nostri passi non si smarriscano
nei sentieri oscuri della nostra fragilità.
[da: La Parola ogni giorno. La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, Pasqua 2016, Centro Ambrosiano, Milano]