LUNEDI 22 FEBBRAIO
Gen 17,1b-8; Sal 118 (119), 25-32; Pr 5,1-13; Mt 5,27-30
Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. (Mt 5,27-30)
Attraverso i nostri occhi, noi possiamo guardare il mondo e il mondo può entrare dentro di noi. Attraverso le nostre mani noi possiamo toccare, conoscere, costruire, possiamo entrare in contatto con la realtà e con gli altri. Nel vangelo l’occhio indica ciò che guardiamo con desiderio, la mano indica le azioni che compiamo. Ciò che conta è quello che abbiamo nel cuore, perché proprio il nostro cuore è la sorgente che alimenta i desideri e le scelte concrete che possono essere orientate al bene o al male. È lì che dobbiamo imparare a scendere, nel silenzio della preghiera, per incontrare colui che vi abita, colui che ogni giorno bussa e ci chiede di allargare il nostro cuore alla misura di un amore più grande di noi.
Preghiamo
Fammi vivere secondo la tua parola,
fammi conoscere la via dei tuoi precetti
e mediterò le tue meraviglie.
Io piango lacrime di tristezza;
fammi rialzare secondo la tua parola.
Ho scelto la via della fedeltà,
mi sono proposto i tuoi giudizi
Ho aderito ai tuoi insegnamenti:
Signore, che io non debba vergognarmi.
Salmo 118 (119)
[da: La Parola ogni giorno. Dio non ha creato la morte, Quaresima 2016, Centro Ambrosiano, Milano]